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facciamo l’amore?

Da Robertodragone

Mi chiedi se voglio fare l’amore, ed è una cosa che non dovresti chiedere. Fare l’amore è lo sfogo di una tensione sentimentale che ci mette tempo per accumularsi, e noi l’amore l’abbiamo già fatto ieri. Non credo di amarti abbastanza perché anche oggi tu possa scoparmi senza che io mi senta in colpa verso me stessa – eppure, sono qui che mi lascio scopare, dai tuoi movimenti scomodi e dolorosi che, come uomini avidi di potere, si muovono dentro di me in cerca di ciò che importa a loro e solo a loro. Che cosa sia l’oggetto del desiderio della loro ricerca io non lo so, come non so se mi interessa. Il tuo farmi l’amore è ormai una ricerca di cui non voglio più sapere niente, tanto che mi ha stancato con il suo fare tirannico, ripetitivo. L’amore si fa quando ricordi che la persona che ami non è parte di te fisicamente; quando la guardi, e capisci che sei stanco di parlarle, di ascoltarla, di baciarla, e quindi ti unisci a lei in un piacere che rinfaccia al mondo di essere troppo duro con gli esseri umani. Questo momento di consapevolezza dura pochi attimi, in cui ti rendi conto di quanto sei piccolo e solo nell’intero spazio che circonda il corpo che possiedi. Solo allora ti unirai a un altro essere umano perché la tua persona sia più grande, e meno indifesa, alla cattiveria che il mondo è pronto a regalarti.

Non si chiede di fare l’amore perché farlo è un obbligo che abbiamo, prima verso noi stessi, poi verso l’amore temporaneo della nostra terminabile vita.


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