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Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato

Da Robertodragone

Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato, di Peter Jackson

Scrivere un commento su un film è sempre difficile, ma quando il film è un colossal tanto atteso quanto Lo Hobbit, le cose si fanno più difficili. Soprattutto perché, avendolo visto al cinema, non ho neanche preso appunti, quindi andrò a memoria.

Prima di tutto, c’è da fare qualche premessa. E’ inevitabile associare questo Lo Hobbit alla trilogia de Il signore degli anelli, tuttavia bisogna tenere bene a mente che è un prequel, sì, ma più che aggiungere ulteriori elementi per poter capire meglio la storia originale (cioè, ciò che di solito fa un prequel) questo Lo Hobbit è un prequel nel senso che narra semplicemente ciò che è accaduto prima dell’avventura narrata ne Il signore degli anelli. Lo Hobbit è un prequel perché la storia che narra è cronologicamente avvenuta precedentemente rispetto ai fatti narrati nella trilogia de Il signore degli anelli.

Detto ciò, il confronto tra Il signore degli anelli e Lo Hobbit mi sembra inutile. Credo che lo spettatore de Lo Hobbit dovrebbe essere consapevole del fatto che la storia narrata è un’altra. Il libro de Lo Hobbit è un storia leggera per ragazzi, è lungo soltanto circa trecentocinquanta pagina, molte meno rispetto alle milleduecento della trilogia de Il signore degli anelli. A tal proposito, una critica: ritengo che tre film siano troppi per narrare questa storia. Dopo aver visto il primo film, che dura poco meno di tre ore, ritengo che sarebbero bastati due film.

Infatti, non sono in pochi a sottolineare che, in realtà, il racconto de Lo Hobbit sia una storia non adatta alla produzione di una trilogia epica quanto quella de Il signore degli anelli, tuttavia, ripeto, è bene giudicare il film in sé e non ciò che c’è dietro; non giudicherò “un film tratto da un libro”, anche perché non ho letto il libro; non posso ancora giudicare la trilogia completa né voglio giudicare questo Lo Hobbit in paragone alla trilogia de Il signore degli anelli. Allora, come funziona, come film fine a se stesso, e tenendo comunque presente che la storia non è finita, questo Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato?

Lo Hobbit mi è piaciuto molto, e parlandone non terrò fuori quelle emozioni e quella magia che si vive quando si va a vedere un film al cinema. Non sono un critico e questo è soltanto un commento personale. Una volta datogli il tempo di partire, questo film travolge lo spettatore con un’avventura fantasy che contiene numerose scene epiche. Tentando di ricordare una scena che non mi sia piaciuta, non me ne viene in mente nessuna. Per quanto, a volte, il film abbia sfumature che gli danno toni comici, nel complesso ci troviamo davanti una storia profonda che coinvolge decine di personaggi magnificamente caratterizzati. Ci sono alcune vecchie conoscenze, ma soprattutto ci sono tante facce nuove che non fanno altro migliorare e rendere più bello quel mondo magnifico creato da Tolkien. Tutti i personaggi nuovi sono bellissimi, per quanto non ci sia stata un’approfondita conoscenza di tutti i tredici nani che fanno parte della compagnia. Una piccola nota per il personaggio di Thorin Scudodiquercia, mi è piaciuto tantissimo.

Il film funziona grazie a un insieme di elementi, tutti ben amalgamati tra loro. Alla base c’è una storia epica che vede questa compagnia partire per liberare da un drago la città natale dei nani. Ad aggiungersi alla compagnia ci sono lo stregone Gandalf e lo hobbit, Bilbo Baggins, interpretato dal mitico Martin Freeman. Oltre la storia, ci sono i personaggi. Qui c’è da aprire una piccola parentesi, poiché spesso si può cadere nel tranello nel paragonarli ai personaggi de Il signore degli anelli. Anche qui troviamo una compagnia in viaggio per una missione, tuttavia i due gruppi sono completamente differenti per caratterizzazione. Premettendo, per un’altra volta, che sono due storie differenti, ogni paragone è inutile in quanto la compagnia dell’anello era formata dai migliori rappresentati delle razze in guerra (umani, elfi e nani), mentre qui troviamo soltanto nani il cui principale mestiere non è quello di combattere. Infatti, quasi sempre la compagnia de Lo Hobbit si ritrova a scappare dal nemico piuttosto che affrontarlo subito direttamente. Questo perché i suoi membri non sono tutti dei guerrieri e quindi devono fare in modo di affrontare le situazioni di azione con un vantaggio tattico. Al contrario, la compagnia dell’anello affrontava i nemici in prima linea.

Uno degli elementi che ho apprezzato di più sono state le scenografie, davvero magnifiche. Da questo punto di vista mi concedo un piccolo confronto, in quanto le scenografie de Lo Hobbit superano di gran lunga quelle viste nella trilogia de Il signore degli anelli. Oltre all’ovvio passo avanti delle location ricreate grazie alla computer grafica, la caratterizzazione dei luoghi è molto più riuscita. Ho visto Lo Hobbit di pomeriggio e la sera davano in tv La compagnia dell’anello, e vista qualche scena, al confronto, sembrava un filmettino. A me piace tantissimo la trilogia de Il signore degli anelli, sia chiaro, ma le ambientazioni de Lo Hobbit sono curate con un’amore attento e maniacale e risplendono di una bellezza meravigliosa. Ovviamente (è una cosa “quasi” scontata) anche gli effetti speciali sono ricreati alla perfezione.

In conclusione, questo Lo Hobbit è un bellissimo film d’avventura che gli appassionati non possono farsi sfuggire. Nonostante la lunghezza, non annoia ma anzi diverte ma soprattutto emoziona grazie a numerose scene che rimarranno nella memoria dello spettatore per la loro bellezza. Sono sicuro che tra dieci anni vedremo le trilogie de Il signore degli anelli e quella de Lo Hobbit come un insieme di film epici la cui bellezza è difficile da ricreare.


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