(c) 2012 weast / Mio padre
Ho saputo da Twitter in tempo reale delle dimissioni di Philipp Hildebrand, presidente della Banca nazionale svizzera. Ero chino su carte fiscali, concentrato nella ricostruzione del destino che avevo riservato a ogni centesimo speso nel corso dei miei viaggi di lavoro nel 2010. Un dollaro all'autista, un dollaro all'informatore, un dollaro all'interprete. Giustificare tutto. Ce lo chiedono ogni giorno, le istituzioni, lo Stato. E va bene, a denti stretti, incazzati di brutto perché alla fine avanza ben poco da investire in idee e in produzioni indipendenti. Ma va bene. Pero' ti arrabbi quando qualcuno, vicinissimo a un personaggio che incarna il franco svizzero (lo stesso franco che tu devi giustificare nel dettaglio quando, dopo averlo guadagnato onestamente, lo spendi col contagocce) o il personaggio stesso con consorte, con due click di mouse ne guadagna 100mila in un colpo solo. Sfruttando, o magari soltanto sognandole, o magari ancora soltanto mormorandole nel sonno, o scrivendole sulla lavagna in cucina mentre si fa un mezzo pollo freddo preso dal frigo preso da fame notturna. E quando questo qualcuno dice che non ne sapeva niente quando i click sono passati sul suo conto personale ti metti a ridere. Non va bene, soprattutto coi tempi che corrono. E va ancora meno bene quando questi ragionamenti, come sta succedendo sulle TV svizzere, vengono definiti da alti rappresentanti della politica e del mondo della giustizia, del "fango". Chi, nella nostra società, rivendica il diritto di chiedere conto a chi fa un lavoro importantissimo e guadagna una marea di soldi, una marea spropositata e moltiplicabile a suon di click, viene tacciato di untore. Denigrato. La stampa, quando svolge il suo ruolo, viene criticata, ridicolizzata, attaccata. Criminalizzata.
Questa sera spiegavo a mio padre (che comunque l'aveva capita prima di me) la vicenda Hildebrand. Eravamo a cena. Un pezzo di formaggio di piccole dimensioni si trasforma sul tavolo in un pezzo di formaggio più grande: i franchi si fanno dollari. E poi il pezzo di formaggio grande diventa mezza pagnotta di pane (i dollari che ritornano franchi, ingigantiti). E la pagnotta di pane diventa una casa. Capito? Costruita sui soldi guadagnati con le migliori intenzioni. E con la più totale trasparenza. Capito?
Ho detto a mio padre che avrei preso la moneta con cui mi paga l'aperitivo, quando ci vediamo, togliendola dal portamonete come fosse d'oro, per portarla in banca. Sei franchi. Cambiati in dollari. E poi ricambiati in franchi. Per un totale finale di franchi 7.95. Guadagno complessivo sull'investimento valutario: 1.95 franchi. Non sono il direttore della Banca nazionale svizzera né tantomeno ho il cervello di sua moglie: ma coi cambi ci so fare anch'io.