Schremps, difatti, quando chiese informazioni sul proprio conto, scoprì a testimonianza dello stesso ben 1200 pagine del social network, che riassumevano le sue attività. Così ha deciso, in Irlanda, di citare in giudizio il social stesso e l’Autorithy di Dublino che regola le leggi sull’antitrust, a seguito, l’ha obbligato a rivedere le gestioni sui dati personali degli iscritti, auspicando a una maggiore privacy.
Il giurista, però, non è rimasto soddisfatto del provvedimento e si è rivolto al tribunale di Vienna. Il risultato è stata una sorta di class action, sottoscritta da 25mila persone, di cui ognuna richiede un risarcimento danni di 500 euro, che moltiplicato per il numero totale di 25mila ammonterebbe a un gruzzolo di 12, 5 milioni di euro.
A finanziare le spese legali, ricavandone il 20% del totale che Schremps sfilerà a Zuckerberg c’è la RolandProzessFinanza, un’organizzazione di Colonia.