
Anni fa, durante una sessione d’esami per l’abilitazione alla professione giornalistica, la commissione rivolse a un candidato la seguente domanda:
“Cosa si definisce esattamente con l’espressione articolo di colore?”
E l’esaminando, non molto preparato, che ne intuiva il significato, ma non era in grado di esprimerlo con termini tecnici, si azzardò a rispondere:
“Un articolo di colore… praticamente è il cazzeggio”.
E fu travolto dalle risa sguaiate dell’intera commissione.
Con l’avvento dei Social Network il cazzeggio, ovvero il parlare a vanvera, il perdersi in chiacchiere, è diventato una delle principali attività umane e Facebook è assurto al rango di “Patria d’Elezione” per centinaia di milioni di internauti che, spesso in forma anonima, protetti da un nick, danno libero sfogo al loro esibizionismo e alla loro smania di protagonismo, riversando in “Rete” una pesca miracolosa di chiacchiere che non di rado, pur nella loro apparente inutilità, sono rivelatrici della loro indole, delle loro aspirazioni e delle loro frustrazioni.
Non esiste branca dello scibile umano e sovrumano, non esiste sentimento o pulsione che non sia sottoposto all’universale cazzeggio, con esiti talora grotteschi, talora comici, talora volgari e talora patetici.
Si cazzeggia a tema, sulle pagine dedicate ai più disparati argomenti, che raccolgono conventicole di “specialisti”, e si cazzeggia a ruota libera su quelle personali, spesso anche su quelle “tematiche” dedicate a particolari interessi professionali, culturali o estetici.
Si cazzeggia in forma fisiologica, quando il cazzeggio è solo occasionale, e in forma patologica, fino al parossismo, quando diventa esclusivo e programmatico… alzi la mano chi di noi non si sia mai abbandonato con sottile piacere a tale pratica.
Ma a volte il cazzeggio diventa una vera e propria forma d’arte digitale postmoderna, in grado di scatenare una potente carica eversiva degna delle avanguardie storiche, che prima o poi dovrà essere presa in considerazione dai sociologi e dai critici d’arte.
Un’arte che a volte si manifesta già nella scelta delle foto di profilo, che caratterizzano pagine improntate ad una estrema originalità e meriterebbero di essere raccolte ed esposte in una mostra internazionale.
A questo scopo è stata creata una pagina Facebook “The Profile Picture Exhibition” ( https://www.facebook.com/Profilepictureexhibition ) che ne raccoglie una straordinaria galleria e si propone il traguardo di raggiungere il milione di “Likers” e di organizzare mostre nei più prestigiosi musei del mondo per celebrare questa nuova e inesplorata forma d’arte.
Federico Bernardini
Illustrazione tratta da https://www.facebook.com/Profilepictureexhibition






