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Facebook e le Over 20: Quello che le donne (non) dicono

Creato il 07 aprile 2011 da Rosariopipolo

Facebook e le Over 20: Quello che le donne (non) dicono

Dimmi che bacheca hai e ti dirò sei. Sappiamo bene quanto Facebook sia abitata da tanti alter-ego virtuali che non corrispondono alla realtà, ma forse ci sono rare eccezioni. E se fare lo spione da bacheca è un peccato veniale, allo stesso tempo può essere anche un modo originale per attraversare l’Italia, dalla Sicilia alla Lombardia, e guardare la quotidianità con lo sguardo delle over 20.
Marika DM. si presente con l’aforisma “Il cinismo è l’anestetico più economico che sono riuscita a procurarmi”, ma poi in bacheca sprizza la sua solarità non lontana dalle falde dell’Etna. Non è una facebookiana cronica – pochi aggiornamenti e rari cambi di foto profilo – ma questo perché a volte i suoi impegni da studentessa glielo impediscono. Patrizia C. sa esprimere con scatti fotografici  tanti link la sua terra, la Puglia, a cui non rinuncerebbe mai per niente al mondo, nonostante in lei ci sia l’istinto da fotografa giramondo. Alessandra G. è la facebookiana col megafono e assomiglia un po’ ad una di quelle manifestanti, tipo Barbara Streisand nel film “Come Eravamo” di Sidney Pollack, che nei tempi dei social network protesta attraverso una selezione di notizie interessanti, che rischieremmo di perderci. Alla falde del Vesuvio c’è Eva E., facebookiana assidua sia dal pc che dal mobile, quella che sprigiona in bacheca passo dopo passo ogni suo stato d’animo, dolce, arrabbiata, spudoratamente innamorata, incazzosa, malinconica o peggio ancora “scazzata”, riuscendo ad affollare il suo territorio con aforismi, video, canzoni. Lei è l’irriducibile anche nel cambio frequente delle foto del profilo, che sottolineano il bisogno di stare assieme alle persone che vuole bene. “Per essere insostituibili bisogna essere diversi.” è il biglietto da visita di Eva, capace di stare in pace anche con se stessa quando l’immagine introspettiva del suo profilo la ritrae in bianco nero, dietro gli occhiali scuri, con lo sfondo del Cupolone della “Roma Capoccia” vendittiana.
Giusy L. sa come movimentare la bacheca e la sua spigliatezza da blogger raggomitola molte frasi in argute riflessioni; Katia M., a detta sua “la gioia fatta persona”, condivide il suo profilo tra il marito, la dolcissima figlia e le persone care che m,movimentano la vita di questa varesina emigrata in “terronia”; Amanda S., “scrive, guarda e ascolta” e si lascia andare su innocenti evasioni che fanno della musica il suo pane quotidiano, facendo evaporare i suoi sogni brianzoli verso gli spazi indefiniti metropolitani.
A pochi passi dal Po c’è Laura C., che sul terreno scivoloso dei social network grida ad alta voce: “Nella vita ci si innamora due volte: la prima pensando che sia l’ultima e la seconda sapendo che è la prima”. La sua bacheca assomiglia ad un diario work in progress sopra le righe e le foto del profilo non sono mai casuali perché esprimono gli interni dell’anima. Infine, le immagini prendono con prepotenza il sopravvento sulle parole sulla bacheca di Alice D.F., iphonista doc, in cui il mondo di questa milanese atipica viene circoscritto da scatti deformanti. Le foto sembrano un singhiozzante flusso di coscienza joyciano e lasciano i segni di un mondo interiore in continua evoluzione, come se Alice fosse uscita da un cartone animato – sottolinea “Sono perdutamente innamorata della mia vita” – o dall’omonima canzone di De Gregori.
Cosa hanno in comune tutte loro? Essere nate sotto lo stesso cielo, quello degli anni ’80 e adesso con la solarità dei loro vent’anni sono lì che lottano per realizzare i loro piccoli sogni e dare concretezza al loro mondo. Forse non si incroceranno mai, ma esistono nella realtà. Questa volta sono entrare a far parte di un piccolo racconto, cucito inconsapevolmente sul filo di quello che le donne (non) dicono!


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