INCHIESTA (Milano). Tra i tanti gap che il nostro calcio sta palesando nei confronti dei campionati stranieri ve n’è uno che probabilmente passa in secondo piano, ma che rende forse meglio di tutti gli altri l’idea di quanto l’Italia sia indietro quando si parla di competitività, non solo sul campo, ma anche nel conquistare i tifosi (quindi i clienti) e fidelizzarli.
Stiamo parlando dell’utilizzo della rete, del mondo di internet, in particolar modo dei social network.
Noi di Calciolab, che come sapete siamo stati tenuti a battesimo dal web e sul web riteniamo vi sia il futuro dell’informazione, abbiamo aperto una riflessione all’interno della nostra redazione in merito alla distanza fra i club della Serie A e quelli esteri nello sfruttamento delle potenzialità della rete e nel raccoglimento di risorse dalla stessa. Il quadro si è rivelato impietoso: in Italia siamo lontani anni luce.
Prendiamo un esempio semplice semplice.
La Juventus campione d’Italia ha poco più di 5 milioni di contatti che la seguono sul profilo Facebook. Pensate siano molti? E se vi dicessimo che il Manchester United, che si è affermato in Premier League, ne conta più di 33 milioni? Proprio così, i tifosi juventini nel mondo che seguono la Vecchia Signora sul noto social network sono sei volte di meno rispetto a quelli che si interessano ai Red Devils.
Una parziale consolazione può derivare da Twitter, altra notissima piattaforma social: Juve e United praticamente si equivalgono con circa 500mila followers. La consolazione è però relativa: gli inglesi, infatti, sono approdati al cinguettio solo nel marzo scorso.
Su Twitter si sta comportando molto bene il Milan, con più di un milione di utenti che lo seguono, ma è nulla in confronto ai quasi 8 e quasi 9 milioni rispettivamente di Real Madrid e Barcellona.
Se dovessimo prendere in considerazione i club di fascia medio alta, dove dovremmo avere un vantaggio dato dalla miglior tradizione europea di Fiorentina, Udinese, Roma, Lazio, il discorso purtroppo non cambia: la Viola, quarta in classifica, ha circa 20mila fans su Facebook, un dato terrificante se pensiamo ai quasi 2 milioni del Tottenham, che in Inghilterra occupa la medesima posizione.
Facebook e Twitter sono, in realtà, semplicemente le cartine tornasole di un’arretratezza tecnologica che coinvolge tantissimi aspetti e praticamente tutte le società.
Siti internet farraginosi, di difficile consultazione, poco accattivanti nell’aspetto grafico; assenza di iniziative atte a incrementare e fidelizzare i tifosi (non bastano le interviste via ashtag); l’assenza – o la difficoltà di disporre – del wifi all’interno delle sale stampa degli stadi… Tutte mancanze che alla lunga si fanno sentire.
In un mondo, quello del calcio, nel quale oramai direttori sportivi e presidenti parlano come dirigenti d’azienda, proprio loro dovrebbero capire quanto importante sia divulgare nel miglior modo possibile il “verbo” del club offrendo servizi tecnologici migliori e al passo coi tempi.
Anche in questo caso, invece, siamo alla Preistoria.