Lunedì prossimo Mark Zuckerberg, il fondatore e CEO di Facebook ,dovrà affrontare in tribunale una seria minaccia riguardante la pretesa richiesta di una quota del 50% di Facebook, avanzata da un uomo di New York tale Paul Ceglia.
Quando la causa è stata aperta la scorsa estate, la stessa è stata ampiamente respinta dai media come “insussistente”. Paul Ceglia ha sostenuto di aver firmato un accordo con Mark Zuckerberg nel 2003 il quale, in cambio di un piccolo investimento nel sito allora nascente, Facebook, gli promise il 50 per cento dell’odierno social network più famoso al mondo.
La denuncia ha sollevato tanti dubbi per una serie di motivi. In primo luogo, Ceglia ha aspettato ben sette anni per aprire il caso. In secondo luogo, Ceglia è un criminale accusato di frode in combutta con una società di pellet e denunciato anche per il possesso di funghi allucinogeni nel 1997. In terzo luogo, è il solo a credere che Zuckerberg, possa perdere il controllo del colosso del social networking che ora ha un valore di circa 55 miliardi dollari. E quarto, Facebook ha negato recisamente la storia di Ceglia.
La società ha ribadito anche oggi che: “Questo è un processo fraudolento proposto da un criminale, e non vediamo l’ora di difenderci in tribunale.”
Tuttavia, ieri, Ceglia ha immesso sulla scena dei messaggi di posta elettronica che supportano e avvalorano la sua richiesta per una partecipazione del 50 per cento in Facebook, e quindi questo caso è ora seguito con molta curiosità.
In particolare, uno scambio di email tra Ceglia e Zuckerberg attira l’attenzione.
Emerge dal contesto che, Zuckerberg discute con Ceglia sui termini del loro contratto iniziale.
Ceglia, investe in Facebook e viene concordato che per ogni giorno di ritardo sul lancio del network avrà diritto all’1 per cento della società.
Il lancio di Facebook avvenne effettivamente con grande ritardo e, conteggiando questo periodo Ceglia avrebbe diritto ad una quota dell’80 per cento di Facebook.
Nello scambio di email, si evidenzia inoltre come Zuckerberg cerchi di giustificare il ritardo e di trovare eccessiva la richiesta di Ceglia in quanto a suo dire:
a) aveva fatto lui tutto il lavoro su Facebook
b) il lancio ritardò in quanto Zuckerberg stava anche sviluppando il sito di Ceglia streetfax.com e anche altri riferibili sempre al finanziatore.
Sempre dal carteggio delle e-mail emerge ,che alla fine i due pervengono ad un accordo per dividersi la società al 50 per cento.
Leggendo le e-mail si inizia a prendere molto seriamente la denuncia di Ceglia.
Il dubbio che nasce è: sono e-mail vere o taroccate? La risposta a questa domanda la darà Zuckerberg il quale, metterà a disposizione dei giudici, il suo archivio di posta elettronica per un’indagine forense.
Ci aspettiamo novità interessanti nei prossimi giorni e www.mondozio.it vi terrà aggiornati grazie ai suoi contatti a New York.