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Facebook killed the blogger star

Creato il 28 luglio 2011 da Sogniebisogni
Facebook killed the blogger star
Apocalittici integrati

Avendo vissuto a lungo in America sono iscritto a Facebook da tempi non sospetti, quando cioè in Italia non era ancora scoppiata la mania che ci avrebbe portato ad essere il paese con il maggior numero di iscritti in Europa. In un paese dove il narcisismo dei singoli è ormai al potere, trionfante da almeno vent’anni, non mi stupisce il successo di FB, luogo dove ciascuno può trasformarsi in un battibaleno, come Clark Kent dentro la cabina telefonica, nel super-dandy del proprio tinello, nel Mafarka futur-avanguardista del pianerottolo o nel La Rochefocauld delle proprie ciabattanti istanze socioesistenziali.

Anche io ci sto sopra, bene o male, svariate ore al giorno a sparare minchiate, aforismi, calembours, detti e proverbi, manco fossi un patriarca biblico e se avessi una barba sicuramente trascorrerei il tempo a lisciarmela mentre scrivo pensosamente un «piove governo ladro» o un «T’amo pio bove» collezionando «mi piace» a ogni piè sospinto. Certo il danno collaterale di FB è che ha ucciso i blog. Ma sarebbe impreciso affermarlo. In realtà chiunque passi su una qualunque piattaforma ne trova sempre tantissimi aperti, anche contando solo quelli dei giornalisti e degli aspiranti giornalisti, che ormai in Italia hanno superato di molto la novero dei poeti e aspiranti poeti e probabilmente aspettano solo di essere aggiunti sull’architrave scolpito del Colosseo Quadrato accanto ai poeti, santi, trasmigratori e ai soliti figli  di buona mamma che decorano l’onore del genio italico.

Eppure chiunque sfogliasse questo blog si accorgerebbe che dal 2008 i commenti sono praticamente crollati. Facebook ci ha resi tutti autori e manchiamo di spettatori, oppure le interazioni di FB sono così facili e gradevoli che scrivere due parole sul blog altrui è diventato troppo oneroso. Non ho una risposta certa, ma non sono mai stato un apocalittico, quindi continuerò a stare su FB e a tenere aperto il blog, finché ho qualcosa da scrivere (o almeno finché mi pare). Le tecnologie vanno e vengono, il bisogno di leggere e scrivere rimane con noi. Godiamocelo finché è gratis e soprattutto legale…



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