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Facebook, nessuna bufala difenderà la vostra privacy

Creato il 28 novembre 2014 da Db @dariobonacina

bufalaFB

Da alcuni giorni una catena sta veicolando una bufala da un utente all’altro di Facebook, che parte dal presupposto che il social network avrebbe scelto di includere un software che permette il furto di informazioni personali.

L’unica cosa che sta accadendo in questo periodo è che Facebook sta informando i propri utenti in merito alle nuove politiche sulla privacy che entreranno in vigore da gennaio 2015. Si tratta di nuove modalità che l’utente deve conoscere per gestire in modo consapevole i contenuti che condivide. In merito al trattamento dei dati personali, non è previsto nulla di nuovo.

Per cui niente di ciò che viene riportato nel testo di quella “catena si sant’Antonio” ha senso: non ha senso citare leggi non pertinenti, come il Codice Unico di Commercio che vale per gli USA  o lo Statuto di Roma, e nemmeno parlare di un software che permette il furto di dati personali. E’ vero che Facebook ha carta bianca nel gestire dati, testi e foto, ma solo se questo materiale è stato condiviso dall’utente in modalità “pubblica”, altrimenti seguirà le medesime restrizioni impostate dall’utente stesso, al quale Facebook non toglie affatto la proprietà intellettuale di tutto ciò che pubblica. L’utente, di tale materiale, concede al social network “una licenza non esclusiva, trasferibile, subappaltabile, royalty-free e valida in tutto il mondo su qualsiasi proprietà intellettuale che venga postata su Facebook o in siti collegati a Facebook”. 

E’ altrettanto vero che Facebook, all’atto dell’iscrizione, chiede l’adesione alle proprie condizioni di utilizzo, adesione che equivale alla sottoscrizione di un contratto. Quindi, anche qualora il social network apportasse una variazione unilaterale a tali condizioni, un utente che non accettasse le nuove regole potrebbe sempre rescindere il contratto a cui ha aderito. Esattamente come si fa con le compagnie telefoniche o altre società di servizi, che farebbero carta straccia di qualunque nostra comunicazione – successiva alla firma del contratto – con cui dovessimo manifestare disaccordo nei confronti delle nuove condizioni contrattuali, ma continuando ad utilizzare il servizio.

Di conseguenza, pubblicare una diffida come quella che circola in questi giorni non ha alcuna efficacia. Chi non desidera che testi, foto o video diventino di dominio pubblico deve solamente tenerli per se’, o pubblicarli con le opportune restrizioni previste e rispettate da Facebook.



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