Anche un semplice sistema di search potrebbe rivelarsi subito vincente. Intanto per Zuckerberg è partita la corsa al Mobile. Che ne dirà Tim Berners-Lee?
La notizia ripetuta da tutti è che Facebook punta alla ricerca online.
Mark Zuckerberg non ha parlato per un po’ dal momento della burrascosa Ipo che ha fatto tremare tutta la web economy. Ma, pochi giorni fa, le dichiarazioni del CEO di Facebook al TechCrunch Disrupt di San Francisco hanno riportato “Il Social Network” al centro dell’attenzione.
Ora i primi studi, come il white paper lanciato dall’Agenzia Greenlight, indicano che, potenzialmente, Facebook potrebbe attirare subito il 22% del mercato della ricerca online. Diventerebbe subito il secondo motore ricerca più usato, ad eccezione che in Cina, Giappone e Russia (mercati grandi ma con trend specifici).
E non ci vorrebbero nemmeno un motore di ricerca che vada oltre Google. Un semplice abbinamento tra ricerca e Facebook sarebbe vincente perchè, si può immaginare, semplificherebbe la user experience di chi usa molto il social e ama muoversi al suo interno. Zuckerberg non dovrebbe neanche aspettare di sviluppare una realtà più sofisticata in cui invece, come ha dichiarato a San Francisco: “Non si tratterà più di digitare qualcosa e aspettare che il motore di ricerca mi dia una serie di link che pensa siano rilevanti e rispondenti alle mie parole chiave. Sara avere una domanda ben precisa e ottenere una altrettanto puntuale risposta. ” (traduzione da Wired Italia). Con un’ulteriore evoluzione di questo tipo, un’ipotetico motore di ricerca di Facebook potrebbe, adirittura, spingersi alla conquista del 50% del mercato.
Così, dopo i problemi di Facebook a Wall Street, Zuckerberg sembra volersi di nuovo imporre sul mercato mondiale, inasprendo lo scontro con Google che certo non lascera la strada dell’innovazione. Lo scenario in cui saranno decisi i nuovi trend non sarà però solo la ricerca, ma, più ampiamente, il mercato e la navigazione via Mobile. E’ sul Mobile che Zuckerbeg ha dichiarato di aver fatto errori con Html5 ed è dalle potenzialità del Mobile che ha dichiarato di voler ripartire con le nuove applicazioni native. L’era del Mobile sembra affermarsi sempre di più.
Intanto, però, Sir Tim Berners-Lee, l’uomo che il Web lo ha creato, va di conferenza in conferenza a lanciare un appello a dir poco chiaro: le applicazioni native, l’assenza di un URL accessibile universalmente, sono un pericolo per la libertà del Web. Create solo Web Apps, continua ad essere l’appello dell’accademico inglese, che si è rivolto con molto decisione ai coder presenti allo scorso Campus di Berlino.
Una direzione esattamente opposta a quella presa dai colossi dell’economia digitale. Chi si affermerà in futuro? A quando uno scambio di battute e chiarimenti Lee – Zuckerberg? A quando un confronto tra chi il Web lo ha creato e chi lo ha reso il più grande fenomeno di massa del nuovo millennio? Siamo di fronte a contraddizioni che andranno approfondite da chiunque sia interessato al futuro della rivoluzione digitale.
Diventate amici della nostra fan page Facebook
L'autoreLorenzo Monfregola Jr manager di twago Italia
Laurea in Strumenti e Metodi della
Ricerca Storica
Si occupa di scrittura online,
web content management
e web content editing.