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Facebook: sul tuo profilo sei veramente chi dici di essere?

Da Simonetta Frongia
Facebook: sul tuo profilo sei veramente chi dici di essere?
Nel precedente post abbiamo analizzato il legame tra il numero di amici che abbiamo in Facebook e il numero effettivo con i quali manteniamo una relazione, un dialogo o uno scambio. Oggi voglio invece soffermarmi sull'analisi del profilo che ognuno di noi ha sul famoso Social Network. Cominciamo facendo delle semplici considerazioni che Pier Cesare Rivoltella nel suo articolo "il volto sociale di Facebook" ha bene mostrato, cito:"aprire un profilo in Facebook costituisce un momento effettivo della costruzione del Sé, attraverso tre tipi di operazione:- la propria autorappresentazione, che prende corpo nella “foto”, nell’immagine con cui l’utente sceglie di identificarsi sulla propria home page;- la propria autonarrazione, che si esplicita nella definizione del “profilo” che ogni utente ha inFacebook e che contiene le informazioni (gusti, tendenze, passioni);- le narrazioni condivise con gli “amici”, ovvero tutte le tracce che un utente lascia di sé nella propria pagina e che sono rese accessibili a coloro che fanno parte del suo social network."Detto questo la domanda è: quando fate queste operazioni, creando il vostro profilo di Facebook, siete sinceri o cercate di ricreare una parte idealizzata del vostro Sè? Probabilmente, se pubblicate solo le foto più belle, costruite accuratamente le frasi del profilo e selezionate i libri e i film "di vostro interesse", seguendo una certa linea guida, allora la risposta è SI! Potete però stare tranquilli, la maggior parte di persone in Facebook è sincera e nel suo profilo ricostruisce effettivamente la propria personalità, con forze e debolezze. A confermare questo è uno studio condotto da Sam Gosling su 236 studenti di un college in Texas. La ricerca si è concetrata inizialmente sull'analisi di caratteristiche di personalità come l'apertura, la gradevolezza, la coscenziosità, l'estroversione e il nervosismo per poi, una volta raccolti i dati, effettuare un confronto tra quanto dichiarato dai ragazzi e ciò che il loro profilo in Facebook realmente trasmette. Come anticipato, i risultati hanno confermato l'elevata correlazione tra quanto comunicato di persona e il profilo di Facebook. Gosling spiega inoltre che il crescente utilizzo di applicazioni che potrebbero far pensare ad un'idealizzazione del Sè, come Doppelganger Week (tramite la tua foto trova la star a cui assomigli; e come immaginabile molti poi caricano la foto della star stessa sul profilo) o Urban Dictionary (che crea definizioni slang di te stesso) non è legato alla volontà di trasmettere una propria immagine migliore, bensì costituiscono un'ulteriore "scusa", socialmente accettabile, per parlare si sè.Quindi, concludendo (e mi rivolgo soprattutto ai furbacchioni), Facebook (o qualsiasi altro social network) può essere utile per instaurare e mantenere relazioni vere, che tali non potranno mai essere sei i primi a "mentire" siete voi.
Fonte:  http://piercesare.blogspot.com/2010/02/dal-punto-di-vista-antropologico-per.html

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