Con l’approssimarsi dell’IPO, dell’offerta pubblica di acquisto, che segnerà l’ingresso ufficiale di Facebook in borsa si rincorrono notizie ed indiscrezioni sullo stato di salute del social network. «The Wall Street Journal» ha addirittura creato una sezione di “live coverage” dedicata ad hoc.
AP-CNBC ha condotto una ricerca nella settimana tra il 3 ed il 7 maggio intervistando un campione rappresentativo della popolazione statunitense di 1.004 persone sopra i 18 anni [margine d'errore statistico +/- 3.9%]. I risultati, pubblicati ieri, vanno al di là dell’aspetto squisitamente finanziario e si prestano ad una serie di considerazioni.
Emerge come le persone abbiano di Facebook ma ancor più di Twitter un immagine non positiva soprattutto se confrontata con altre imprese, in parte, concorrenti quali Google o Microsoft, come mostra il grafico di sintesi sottoriportato.
Per Twitter la carenza di credibilità è legata fondamentalmente alla scarsa attenzione della piattaforma di microblogging nei confronti della verificabilità e ad utenti “fake”, falsi, creati ad hoc magari per essere venduti ad aziende o personaggi pubblici che continuano ad utilizzare i social media al pari di altri media tradizionali.
Un problema che, come segnala Marco Camisani Calzolari, riguarda altrettanto Facebook riportando d’attualità la teoria dei 1000 follower dell’amico Gianluca Diegoli.
Per Facebook si ripropone l’annoso problema della privacy e, di conseguenza, della scarsa fiducia, e dunque disponibilità ad effettuare acquisti sulla/attraverso il social network.
Problemi che non finiscono qui come testimonia la decisione di General Motors di dismettere gli investimenti pubblicitari su Facebook per scarsità di efficacia riscontrata. Inefficacia che è confermata dalla precitata ricerca che evidenzia come solo il 17% degli utenti del celebre social network clicchi sugli annunci proposti.
Nei social media, nelle rete sociali le relazioni, così come banalmente avviene tutti i giorni nei rapporti interpersonali che ciascuno di noi stabilisce, il valore non si compra si guadagna. Se ci fosse stato bisogno di una conferma ora c’é.