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Faelli presenta la Stagione al Lirico

Creato il 19 gennaio 2014 da Musicamore @AAtzori
Faelli presenta la Stagione al Lirico

Marco Faelli

Il maestro Marco Faelli, presenta la  stagione sinfonico-cameristica da lui progettata e approvata qualche giorno fa dal Consiglio di Amministrazione del Teatro Lirico di Cagliari, sbloccando così una situazione di stallo che permaneva da tempo.

La programmazione concertistica 2014 del Teatro Lirico di Cagliari propone due importanti rassegne, un’ampia stagione sinfonica e un’altrettanto interessante serie di concerti dedicati al repertorio cameristico (assente da anni nel nostro teatro).

Nel progettare la rassegna sinfonica si è posta attenzione sia alla qualità e alla varietà delle proposte, sia alla scelta dei direttori, figure “chiave” in una stagione concertistica. A questo proposito sono stati invitati alcuni interpreti che per il prestigio, l’esperienza e l’attività ai massimi livelli sono soprattutto, oltre che “direttori”, veri “Maestri”: artisti, cioè, quali Aldo Ceccato (illustre interprete del grande repertorio sinfonico, dalla prestigiosa carriera internazionale), o Daniel Oren, (coinvolgente artista di fantastica creatività, allievo di Bernstein e di Karajan), o Sir Jeffrey Tate (uno dei più celebrati direttori anglosassoni, direttore stabile per anni della prestigiosa “English chamber orchestra”). Accanto a loro solide e collaudate professionalità e alcuni giovani emergenti, ma di sicuro valore.

L’apertura della stagione (24-25 gennaio) vede il ritorno a Cagliari del Maestro Aldo Ceccato, in un concerto che propone il brillante automatismo della “Sinfonia classica “di Prokofiev, il misticismo gregorianeggiante e novecentista della “Sinfonia dei Salmi” di Stravinsky (di grande impegno corale), la passionalità romantica e il profondo scavo psicologico della Quarta Sinfonia di Tchaikovsky.

Il secondo concerto (7-8 febbraio), diretto da sir Jeffrey Tate, accosta due grandissimi autori del secondo Ottocento tedesco a due tra i più importanti autori tardoromantici inglesi. Il programma prevede, infatti, il suggestivo “Canto delle Parche” di Johannes Brahms, il visionario poema sinfonico “Morte e trasfigurazione” di Richard Strauss, la deliziosa “Serenata alla musica” di Ralph Vaugham Williams e le interessanti variazioni “Enigma” di Edward Elgar (veramente enigmatiche, in quanto non si è ancora riusciti ad individuare con certezza il secondo tema, nascosto, che sostituisce è il vero supporto strutturale del brano).

L’appuntamento seguente (14-15 febbraio), con autori, ormai classici, del Novecento vede la partecipazione di alcuni solisti della nostra orchestra, oltre al pianista Giuseppe Albanese. Accanto a brani di sicuro effetto, come il Concerto n° 1 per piano, tromba e orchestra di Shostakovich (solisti Giuseppe Albanese e Vinicio Allegrini), e il raro Concerto per marimba e vibrafono (elequente esempio della poetica timbrica di Milhaud, con la presenza solistica di Filippo Gianfriddo), verranno eseguite due suites di De Falla (“El sombrero de tres picos” e “El amor brujo”), dove il colorismo spagnolo si sposa con le affascinanti atmosfere impressioniste. Dirige il M° Pietro Mianiti, giovane interprete di sicura affidabilità.

Il quarto concerto (21-22 febbraio), diretto da Julian Kovatchek, ben noto al nostro pubblico, è dedicato ai primi Romantici tedeschi, e prevede l’”Ouverture in stile italiano” e la “Deutsche Messe” di Schubert (splendido lavoro corale, essenziale nell’organico strumentale che anticipa l’essenzialità della Messa di Stravinsky), e una delle sinfonie più amate del grande repertorio, l’evocativa Terza Sinfonia (la “Scozzese”) di Mendelsshon.

Con il quinto concerto (28 febbraio-1 marzo) entriamo nell’Iperromanticismo, di cui Schumann (a cui è dedicato il concerto) è l’esponente più emblematico. Il celebre violoncellista Mario Brunello, qui impegnato nella duplice veste di solista e direttore, ci farà ascoltare l’Ouverture per “La sposa di Messina” (unica delle musiche di scena per il dramma di Schiller effettivamente realizzata), il Concerto per violoncello e orchestra (un capolavoro assoluto) e la prima sinfonia (“La primavera”), festosa e pensosa allo stesso tempo.

Veniamo al sesto concerto (7-8 marzo), con la “Seconda” di Mendelsshon, una delle sinfonie più complesse del Primo Romanticismo, che termina (sul modello della “Nona” di Beethoven) con un importante inserimento vocale, ben più sviluppato rispetto all’esempio beethoveniano: i primi tre movimenti sinfonici sono quasi un’ampia introduzione al cuore della composizione. Questo è costituito dall’Inno di Lode, che vede coinvolti il coro, un tenore e due voci femminili, e che ha la sua apeteosi nella trascinante fuga finale, brano in grado di mettere in risalto ancora una volta le potenzialità del nostro complesso corale. Il concerto è guidato dalla mano esperta di Angelo Cavallaro.

Con il concerto seguente (14-15 marzo), tutto  incentrato su autori americani, entriamo in un mondo musicale di grande suggestione e calore, ma non molto frequentato nelle rassegne sinfoniche: di George Gershwin ascolteremo infatti, oltre allo spettacolare “Un Americano a Parigi”, la preziosa “Ouverture cubana” (una festa di ritmi caraibici), mentre completa il programma un brano del celebre jazzista Bob Mintzer (“Rhythm of the Americas”, per quartetto di sassofoni e orchestra), occasione unica per ascoltare un complesso strumentale dalla timbrica accattivante. Dirige David Levi, già applaudito a Cagliari in varie occasioni.

I due successivi appuntamenti sono probabilmente i momenti “climax” della stagione della stagione: il 21 e il 22 marzo verrà eseguita la “Missa Solemnis” di Beethoven, monumento musicale di austera profondità, opera di estrema difficoltà sia per la compagine corale (impegnata come in quasi in nessuna altra pagina), sia per il quartetto vocale, sia per il violino solista (il nostro primo violino Gianmaria Melis). La direzione è ancora affidata ad Aldo Ceccato, profondo e autorevole conoscitore del repertorio beethoveniano.

E il 28 e il 29 marzo potremo ascoltare uno spettacolare concerto diretto da Daniel Oren, che accosta l’apoteosi ritmica della “Settima” di Beethoven alla sensuale seduzione del “Bolero” e all’accattivante “Candide suite” di Bernstein. Occasione unica per ammirare una delle più forti personalità nel panorama direttoriale mondiale, in  alcuni dei suoi “cavalli dei battaglia”.

Il decimo concerto (2-3 maggio) è dedicato al Classicismo (in una stagione sinfonica non può mancare!): verra proposto, infatti, il Concerto n° 20 per pianoforte e orchestra di Mozart, brano di perfezione formale assoluta, ma di ombreggiature espressive che dallo stile “empfindsamer” tardo barocco sembrano confluire in un mondo già romanticamente “stürmisch”. Solista è Roberto Cominati, già vincitore del prestigioso “Premio Busoni”. Nella stessa serata si potranno ascoltare due sinfonie collegate, oltre che dall’appartenenza allo stesso ambito stilistico, anche dalla presenza di un riferimento geografico legato alle circostanze di composizione, la “Linz” di Mozart e la “London” di Haydn. Direttore è Filippo Maria Bressan, specialista dei repertori barocco e classico, già più volte apprezzato dal pubblico di Cagliari.

Nel penultimo concerto (9-10 maggio), Beatrice Rana, giovane pianista vincitrice di prestigiosi premi internazionali, eseguirà l’acrobatico Concerto n° 3 di Prokofiev per piano e orchestra; il programma prevede anche un omaggio a Richard Strauss, di cui ricorre quest’anno il centocinquantesimo anniversario della nascita, proponendo il poema sinfonico “Vita d’eroe”,  in cui l’impervio solo violinistico si avvale ancora della perizia  di Gianmaria Melis. Sicura guida sul podio è Marco Letonja, che torna a Cagliari dopo il lusinghiero esito del concerto da lui diretto nella stagione scorsa.

Chiude la rassegna la giovane e straordinaria violinista Anna Tifu, cagliaritana, con il Concerto per violino di Beethoven, opera di lirismo squisito, a cui viene accostato il maggior lavoro sinfonico di Schubert, la Sinfonia n° 9. Direttore è il giovane emergente Alessio Allegrini, che viene confermato dopo la brillante prova dello scorso anno.

Torna a Cagliari, dopo molti anni, una rassegna cameristica, che spazia tra i diversi aspetti di questo raffinato genere.

Apre la rassegna, il 12 febbraio, il giovanissimo pianista Jan Lisiecki (diciottenne!), una delle più sicure promesse del concertismo (attivo nelle più grandi rassegne mondiali, e già presente nel catalogo discografico della “Deutsche Grammophon”), con un programma interamente dedicato all’autore pianistico per eccellenza, Fryderyc Chopin, di cui interpreterà il “Grande Valzer Brillante” in mi bem. magg. op. 18, i “Preludi” op. 28, i “Tre Notturni” op. 9, i “Tre Valzer “op. 64 e l’“Andante Spianato e Grande Polacca Brillante” in mi bem. magg. op. 22.

La serata successiva (19 marzo), che veda la presenza del soprano Elisabetta Scano (molto amata dal nostro pubblico), del pianista Daniele Pittareli e di un piccolo “ensemble” strumentale, è dedicata alla preziosa produzione cameristica francese tra Ottocento e Novecento. Il programma si snoda attraverso le accattivanti stravaganze di Satie, il modernismo della poetica raveliana e il prezioso erotismo della “Chanson de Bilitis” di Debussy, immateriale ed essenziale.

Il 5 aprile potremo ascoltare il pianista cagliaritano Maurizio Moretti in un repertorio che spazia da Mozart a Schumann, Liszt, Chopin, Debussy, Mompou e Bartok.

Il terzo concerto (16 aprile) è dedicato ad una delle formazioni più caratteristiche del camerismo romantico, il Trio per violino, violoncello, pianoforte (vero surrogato salottiero dell’orchestra). Il “Trio Modigliani” proporrà due capolavori assoluti, il Trio op. 70 n° 1 di Beethoven (detto “Gli spettri” per i carattere irreale del secondo movimento) e il Trio n° 2 in mi minore di Schostakovich, suggestive espressioni di due diverse prospettive nell’approccio allo stesso genere musicale.

Il 24 maggio potremo ascoltare il recital dell’eclettico flautista Andrea Griminelli, già allievo del “mitico” Jean-Pierre Rampal, che ci farà ascoltare la Sonata in mi minore di Johann Sebastian Bach, oltre a brani di Schubert (Variazioni sul lied “Trockne Blumen“), Morlacchi (“Grande Fantasia” sull’opera “Mosè” di Rossini), Dvorak: (Sonatina in sol maggiore), Doppler (“Fantasia pastorale ungherese”), Chaminade (Concertino in re maggiore), Bizet (“Fantasia brillante sulla “Carmen”).

Un concerto per quartetto d’archi è un  momento “obbligato” in una rassegna cameristica: il 28 maggio il Quartetto di Venezia, considerato da molti critici l’erede del mitico “Quartetto italiano” di Piero Farulli, eseguirà il Quartetto n° 19 di Mozart. Soprannominato “Le dissonanze” per l’ardita scrittura cromatica del primo movimento, questa composizione fece esclamare a Joseph Haydn, rivolto a Leopold Mozart: “Io vi dico di fronte a Dio, da uomo sincero, che vostro figlio è il più grande compositore che io conosca di nome e di persona”. Il programma comprende anche l’ultimo grande lavoro beethoveniano, il Quartetto n.16 in fa maggiore op.135, e l’essenziale oggettività dei “Cinque pezzi per quartetto d’archi” op.34 di Alfredo Casella, esponente di spicco del Neoclassicismo.

Il concerto del 7 giugno prevede la presenza di Pavel Vernikov, prestigioso violinista ucraino, che collaborerà con alcuni solisti della nostra orchestra (Luca Soru, Maurizio Minore, Maria Cristina Masi, Emanuele Galanti, Robert Witt, Stefania Bandino, Salvatore Chierchia, Ivana Mauri,  Clorinda Perfetto): verranno eseguite raffinate pagine come  il  Quartetto in re maggiore K 285 per flauto, violino, viola, violoncello di Mozart, l’”Ouverture su temi ebraici” op. 34 per clarinetto, pianoforte e quartetto d’archi di Prokofiev, il Sestetto per archi in si bemolle maggiore op.18 di Brahms e il “Kaiser Walzer” per pianoforte, quartetto d’archi, flauto e clarinetto op. 437 di Johann Strauss, nella trascrizione di Arnold Schönberg.

Il 21 giugno saranno ancora impegnati i “Solisti del Teatro Lirico di Cagliari” (Gianmaria Melis, Roberto Castellani, Maurizio Minore, Martino Piroddi, Emanuele Galanti, Simone Guarneri, Riccardo Ghiani, Salvatore Chierchia, Pasquale Iriu, Nicola Fioravanti, Lorenzo Panebianco), diretti da Hans-Jorg Schellenberger, più volte applaudito nel nostro teatro. Il programma è incentrato sui riferimenti classico-barocchi  che caratterizzano “Le Tombeau de Couperin” (commovente tributo di Ravel ai compagni morti durante la Prima Guerra Mondiale, a cui il compositore prese parte) e su un’interessante trascizione cameristica dei notissimi “Quadri da un’esposizione” di Mussorgsky.

Il penutimo concerto (24 settembre) vedrà la presenza del violinista serbo Stefan Milenkovich, talento ormai universalmente riconosciuto, che proporrà, con l’accompagnamento pianistico di Srebrenka Poljac, un variegato programma con musiche di Zchaikovsky (“Sérénade Melancolique”), Debussy  (Sonata terza in sol minore), Ravel (Sonata n° 2 in sol maggiore e ‘’Tzigane”), de Sarasate (“Carmen Fantasy’’), Gershwin (“Three Preludes”)

Chiude la rassegna il 27 settembre il recital del soprano di colore Jeanette Thomson, artista di grande versatilità e di straordinaria comunicativa, che ascolteremo in un repertorio che dal lied romantico (che non dovrebbe mai mancare in una rassegna cameristica!) si spinge verso i grandi autori americani, per concludere con un omaggio al suggestivo mondo degli “spirituals”.

Marco Faelli


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