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Nel genere distopico, Fahrenheit 451 è sicuramente un classico notevole. E non è possibile parlare dell'uno, senza far riferimento all'altrettanto noto 1984, di George Orwell, pubblicato appena tre anni prima. La caratteristica principale della distopia, anzi, la sua missione, è descrivere un'ipotetico (e indeterminato) futuro della nostra società, indesiderabile da tutti i punti di vista. Opposto all'utopia, per l'appunto.
Più che una semplice storia avvincente, appassionante, emozionante, degna di una trasposizione cinematografica, Fahrenheit 451 è un monito. Se pensiamo che fu scritto negli anni Cinquanta, ci accorgiamo come autori del calibro di Bradbury o di Orwell, fossero all'avanguardia. Possiamo ipotizzare che avessero già immaginato un futuro - cinquant'anni fa - davvero non molto bizzarro, non troppo distante dalla realtà effettiva. Ed è per questo che romanzi di questo genere (e già chiamarli romanzi è fuorviante - potremo definirli profezie, veggenza) diventano attuali col decorrere del tempo. Se potevano sembrare assurdi, prodotto della fantascienza delirante degli autori, oggi possiamo ancora trarne insegnamenti utilissimi.
Fahrenheit 451 ci descrive una società in cui un governo totalitarista ha bandito i libri. Possederli è un reato. L'unico mezzo di informazione è la televisione, facilmente gestibile dal Governo, che influenza le menti dei cittadini, svuotandoli di ogni forma di pensiero autonomo e iniziativa personale.
Guy Montag, protagonista del romanzo, è un vigile del fuoco. In questa epoca, però, i vigili del fuoco appiccano incendi. Hanno il compito di bruciare i libri e le case in cui questi vengono trovati. Il fuoco è distruzione, è l'antibiotico contro ogni forma di dissidenza, di violazione alle imposizioni del regime. Ma Guy si rende conto che la società precipita verso un futuro in cui il passato, la storia, la cultura scompaiono gradualmente, fino ad non esistere del tutto. Guy non lo vuole. Vuole che i libri continuino a vivere, perché tutti conservino la memoria del passato e di ciò che è giusto; perché i libri risveglino le coscienze. Ma, in effetti, cosa sono i libri, se non pezzi di carta facilmente infiammabili? Sono i pensieri che contano, le idee. Queste sono i nemici del regime. Queste devono essere portate in salvo. Guy metterà a rischio la propria vita per riuscirci.
Romanzi come questi, davvero non possiamo non leggerli. Perché ti arricchiscono, in primis umanamente. E ti mettono in guardia, ti spingono a cercare il valore vero delle cose e a proteggere ciò che davvero conta. Un unico consiglio, strettamente personale. All'inizio può sembrare non del tutto lineare, un po' confusionario. Ma andate assolutamente avanti, non provate a fermarvi. Ne vale la pena.
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