Fallimento Cirio: il Tribunale di Roma condanna Cragnotti a nove anni di reclusione, Geronzi a sei anni

Da Avvdanielaconte
Dopo una lunghissima Camera di Consiglio, il Tribunale di Roma ha emesso la sentenza per il fallimento della Cirio - avvenuto nel 2003 -: il patron Sergio Cragnotti è stato condannato a nove anni di reclusione per il reato di bancarotta fraudolenta, mentre Cesare Geronzi - all'epoca dei fatti Presidente della Banca di Roma, e dal 2010 Presidente delle Assicurazioni Generali Spa - è stato condannato a 4 anni di reclusione per concorso in bancarotta fraudolenta.    Queste le condanne più gravi: per gli altri 33 imputati - ai quali vengono contestati, a vario titolo, i reati di bancarotta fraudolenta, distrazione documentale e preferenziale, truffa e altri danni minori - le condanne vanno da tre a quattro anni di reclusione. Assolti "per non aver commesso il fatto" Flora Pizzichemi - moglie di Sergio Cragnotti - e Giampiero Fiorani, all'epoca dei fatti amministratore delegato della Banca Popolare di Lodi.   I PM avevano chiesto per i due imputati principali, rispettivamente, quindici e nove anni di reclusione.    La Banca Unicredit,  in qualità di responsabile civile, e gli imputati sono anche stati condannati a versare la somma complessiva di 200 milioni di Euro, in via provvisionale, a titolo di risarcimento all'Amministrazione straordinaria del Gruppo agroalimentare in dissesto.    Cesare Geronzi ha commentato a caldo la sentenza dichiarandosi tranquillo e sicuro che in sede di appello sarà riconosciuto che egli agì nel rispetto dei regolamenti statutari. Anche i legali di Sergio Cragnotti si sono detti fiduciosi nell'appello, visto il ridimensionamento della pena comminata rispetto alla richiesta dei PM.    Roma, 4 luglio 2011                 Avv. Daniela Conte    RIPRODUZIONE RISERVATA

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