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Falloplastica e allungamento dei capelli

Creato il 14 maggio 2013 da Ciro_pastore

 

FALLOPLASTICA ED ALLUNGAMENTO DEI CAPELLI: QUANDO LE “MISURE” CONTANO  - Maschi e femmine in cerca di un “aiutino tecnologico” per risolvere i propri problemi di autostima

Maschi e femmine in cerca di un “aiutino tecnologico” per risolvere i propri problemi di autostima
Non è raro, in questi tempi di “realtà virtuale” diffusa, incrociare, per strada o nei corridoi di un ufficio, donne che, dopo aver già sperimentato le principali tecniche di “travestimento tecnologico”, hanno scoperto l’ennesimo trucchetto per tentare di restare giovani ed attraenti, nonostante l’inesorabile incedere del tempo.
Dopo essersi sottoposta a centinaia di tinture per capelli (per nascondere quelli bianchi con improbabili ed innaturali capelli biondi); dopo aver beneficiato di interventi di blefaroplastica (per nascondere le orrende borse alle palpebre); dopo essersi sottoposta ad innumerevoli infiltrazioni di piastrine (per ridare tono ad un volto cadente e spento da ultra cinquantenne) ed avendo già approfittato (intorno ai trent’anni) di un prodigioso intervento di mastoplastica additiva (per risollevare ed ingrossare un seno cadente) eccola darsi ad una nuova moda: le extension per i capelli.
Come è possibile, infatti, potersi permettere una foltissima chioma bionda, con tanti riccioli mossi, come se si fosse una “barbie” bloccata all’età di vent’anni?
Oggi, è possibile pure per una over 50, se si ha una certa disponibilità economica (400/500 euro), permettersi il lusso di sfoggiare una chioma bionda, folta e fluente. Le extension sono delle integrazioni artificiali dei capelli umani. A differenza delle parrucche, le extension non hanno la funzione di creare una acconciatura fittizia sulla testa, rinfoltiscono ed allungano i pochi capelli già presenti.
Possono essere realizzate con veri capelli umani o con fibre sintetiche. I capelli naturali utilizzati per le extension, spessissimo sono il risultato di “donazioni” di povere donne indiane che vendono la propria chioma per poche rupie per permettere a qualche ricca occidentale di farne sfoggio per provocare l’invidia di colleghe di lavoro e vicine di casa. Un’altra forma di sfruttamento capitalistico che andrebbe duramente sanzionata con le stesse tecniche che si usavano in passato per quelle che sfoggiavano pellicce naturali ricavate dal massacro di tanti animali selvatici.
Anche i maschi, oggi, possono, con un intervento chirurgico, decisamente più cruento ed impegnativo, provare a risolvere un atavico problemino di autostima. Anche ad essi è concesso “allungare” il proprio prezioso gioiellino per mostrare un “pacco” ben proporzionato, da esibire in attillatissimi costumi da bagno in spiaggia. Per l’invidia dei colleghi di sesso costretti, invece, ad indossare quegli squallidi bermudoni a gamba larga che hanno il solo pregio di celare le minuscole protuberanze pubiche.
Negli ultimi anni, così, sempre più maschi in crisi di autostima si sono rivolti al chirurgo per modificare le dimensioni del proprio organo genitale. Si calcola che negli ultimi anni si siano sottoposti a questa chirurgia dai 2.000 ai 3.000 uomini, mentre negli Stati Uniti siamo a più di 7.000 interventi per anno. L'età media degli operati e' di 32 anni, con l'80% tra i 25 e 40 anni, ma con un considerevole numero dopo i 50. Nel 60% dei casi si tratta di soggetti che vivono un "disagio", mentre nel restante 40% il motivo è puramente estetico. Nei giovani prevale, anche se non di molto il motivo estetico, mentre il 70% degli over 30 dichiara di vivere un disagio legato alle dimensioni.
Di solito si ottiene un incremento in allungamento che va dai 2 ai 4 cm., ma molto dipende dalla consistenza del legamento sospensore che viene reciso con il laser (e successivamente ricostruito). Per l'ingrossamento, il risultato medio è un buon 30% in più della circonferenza. Il costo di questi interventi è molto vario, dipendente dalle tecniche da utilizzare, e, quindi, oscilla tra i 2.000 e i 7.000 euro.
Come si sa, il corpo è il nostro tramite immediato con il mondo, facilmente visibile e prima parte di noi ad essere conosciuta dagli altri. E visto che si modifica visibilmente e costantemente durante la nostra vita, rendendo pubbliche quelle fasi di cambiamento estreme che ci conducono dalla nascita fino alla vecchiaia, è naturale che si sia sempre cercato di ostacolarne il deterioramento.
Risulta perfettamente naturale, soprattutto nella nostra cultura, avere da un lato, un modello di riferimento "ideale" di bellezza caratterizzato da canoni rigidi e immodificabili, che prescindono dal naturale processo bio-fisiologico di invecchiamento, dall’altro la convinzione di poter controllare, modificare, cancellare e ricostruire ciò che del corpo non ci piace, in ogni momento e in ogni situazione.
In passato, i soggetti più sensibili a tale influenza erano i giovani che cercano la conferma della loro identità individuale mediante il riconoscimento nei modelli di bellezza estetica imperanti in ciascun epoca. Quello che accade oggi, invece, è che la fissazione maniacale, per la cura del corpo e per la innaturale volontà di fermarne il declino biologico, sia diventata diffusa mania fra gli over 50, sia maschi che femmine.
Così, capita spessissimo di incontrare delle quasi sessantenni che confrontano il proprio aspetto con i modelli stereotipati di bellezza rappresentati da top model o fotomodelle ritratte sui giornali.
Ma anche attempati imprenditori o stimati professionisti, sempre più interessati a donne giovani (magari provenienti dall’Europa dell’est) fanno di tutto per fermare il tempo, anzi, per riportare le lancette del proprio orologio biologico indietro di qualche lustro. Quindi, liposuzione, blefaroplastica, impianto ai capelli ed ora anche falloplastica additiva per non sfigurare con i più giovani concorrenti.
Che cosa non si farebbe, insomma, per ingannare se stessi ed il tempo…

Il Signore degli Agnelli


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