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Falsi invalidi: i nuovi “furbi”?

Creato il 03 dicembre 2012 da Ilnazionale @ilNazionale

3 DICEMBRE – Furbizia: “Qualità di chi, nella vita, sa trarsi abilmente d’impaccio o raggiungere i propri scopi, superando abilmente le insidie e ricorrendo a ingegnosi espedienti”. Molti dimenticano che è stata questa grande qualità, unita al nostro carattere, ad accompagnare l’Italia nei momenti di difficoltà, questa capacità di rimboccarsi le maniche quando il gioco si fa duro, affrontando con intelligenza le sfide che la realtà, si pensi al dopoguerra, ci ha sempre posto davanti. Oggi, nel dizionario comune, la definizione è cambiata.

I falsi invalidi

C’è crisi. E’ un dato di fatto, siamo nell’occhio del ciclone, ce lo ripetiamo di continuo da qualche anno, ma, nonostante tutto, tantissimi italiani ancora non si arrendono, reinventandosi ogni giorno per sbarcare il lunario, mantenere una famiglia e, magari, riuscire ad assicurare un’educazione e un futuro migliore ai figli. Ma da sempre c’è chi scansa il problema, chi cerca la via facile perché più “furbo” degli altri e quindi meritorio di sopravvivere alle spalle di quanti, non dotati come lui, meriterebbero invece per la loro ottusa tenacia di affondare. E tanti sono stati coloro che di questa furbizia perversa hanno fatto la chiave della loro sopravvivenza, compromettendo il futuro dell’Italia più di quanto si pensi. Già ad agosto i blitz della Guardia di Finanza avevano portato alla scoperta e denuncia di oltre 3400 tra falsi poveri e falsi invalidi nel solo 2012, costati all’Italia ben 60 milioni di euro, e di addirittura 418 italiani che, pur residenti all’estero, continuavano a percepire assegni di povertà per 9 milioni di euro. E nel corso dell’anno la situazione non è di certo migliorata. Si pensi al caso del finto imprenditore agricolo di Francavilla Fontana, presso Brindisi, che con i suoi degni braccianti percepiva indennità di disoccupazione, maternità e malattia per 500.000 euro, o al caso clamoroso del 6 novembre scorso, quando l’impiegato dell’Asl Napoli 1 Nunzio Nicola de Marco con la complicità del figlio Luca ha sottratto all’Inps addirittura 2 milioni di euro per pensioni non dovute.  Un lungo carosello di truffe fantasiose che investe indistintamente tutta l’Italia, da Nord a Sud. Ma, per nostra fortuna, vuole saggezza popolare che il diavolo faccia le pentole ma non i coperchi.

Il peggior nemico di questi delinquenti è infatti il più delle volte proprio l’autocompiacimento per averla fatta franca, il quale causa spesso gaffe davvero clamorose. A settembre un ex-muratore “cieco” di 53 anni, pensionato dal 2009 e beneficiario per la sua invalidità di 20.000 euro di indennizzi, è stato sorpreso più volte a giocare ai videopoker nel bar del suo paese, Caldarola, nonché filmato intento a fissare le vetrine dei negozi di telefonia, a prelevare al bancomat e a sistemare i minuti attrezzi da pesca.  In provincia di Belluno, invece, la Guardia di Finanza ha scoperto 10 finti poveri che dichiaravano redditi inferiori per pagare meno tasse, per avere alloggi popolari, buoni per i libri e borse di studio per i figli. Peccato che a Tolmezzo uno di loro andasse a presentare la falsa dichiarazione a bordo del suo suv. In uno degli ultimi casi, il 29 novembre, un 67enne finto cieco è stato scoperto dai Finanzieri a Vignola, provincia di Modena, mentre giocava a carte con gli amici. E tanti, tantissimi ogni giorno fanno tranquillamente la spesa, guidano la macchina, attraversano la strada senza ausili, evitano i passanti come se nulla fosse. Chiamarli “furbi” significa davvero fare loro un complimento.

Lo Stato, ovviamente, non è rimasto a guardare. Il 7 novembre di quest’anno la commissione Bilancio della Camera ha dato via libera a un emendamento al decreto legge di stabilità che porterà a un piano triennale di 150.000 nuove verifiche all’anno: 450.000 controlli straordinari previsti entro il 2015. «L’individuazione di queste situazioni – sottolinea il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua – ha un valore sociale altissimo, perché consente notevoli risparmi non solo all’Istituto, ma all’intera comunità. Da due anni recuperiamo quasi 7 miliardi all’anno di crediti contrastando l’evasione contributiva e le prestazioni indebite».

Francesco Zamagni

 


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