Magazine Diario personale

Fame di Knut Hamsun

Da Bangorn @MarcoBangoSiena

Ammetto di aver conosciuto Knut Hamsun solo qualche settimana fa, e di conseguenza non avevo mai letto nulla di suo. Poi, sul blog di un amico, ho trovato il romanzo Fame tra i fondamentali di Bukowski. Mi sono informato meglio sulla trama, e ho deciso di leggerlo. Mi chiedevo come fosse leggere un romanzo di uno scrittore che seppur Premio Nobel nel 1920 per la letteratura, sia stato una figura così controversa, soprattutto per le sue convinzioni politiche decisamente scomode. Ho fatto finta di nulla e ho letto.

Knut Hamsun

Knut Hamsun

Trama

Fine ’800. Un giovane scrittore norvegese, cerca di sbarcare il lunario a Kristiania (Oslo, oggi), soffrendo la fame e scrivendo articoli occasionali per i giornali. Afflitto dai crampi della fame, digiunando anche per giorni e giorni, il giovane scivola a volte nella follia, compiendo anche azioni sciocche e istintive. Ma piuttosto che fare un lavoro comune, sopravvive, confidando unicamente nel suo presunto talento.

Considerazioni

Mentre leggevo questo romanzo, mi sono consultato con amici che lo conoscevano, per capire se l’impressione di trovarmi di fronte a un fratello di Delitto e Castigo, fosse solo mia. Invece, ho avuto conferma che spesso i due romanzi sono stati accostati.
In primis il protagonista, le sue azioni nonsense (urla cose davvero senza senso ai passanti, segue una ragazza e le dice a ripetizione che le sta cadendo un libro, le dà un nome a caso, sale su una carrozza e si fa portare in giro cercando a caso una persona… ), il suo disperato bisogno di denaro per poi regalarlo appena ottenuto, il freddo, la fame e la febbre, mi hanno ricordato quel folle di Raskol’nikov. Qui devo aprire una parentesi e fare coming out: personalmente ho odiato Delitto e Castigo e credo che non mi sentirò mai di consigliarlo a nessuno. Chiudo la parentesi, specificando che è una mia sola opinione, secondo i miei gusti.
A differenza del romanzo di Dostoevskij, questo l’ho letto in un paio di giorni e senza sbuffare. È anche vero che è molto più breve, ma a parte questo, è stato più scorrevole e piacevole, nonostante le situazioni al limite della follia. In certi punti ho provato imbarazzo per certe azioni compiute dal protagonista. Avete presente quando vi sentite voi in imbarazzo per un autore, un musicista o altro? Ecco, in diversi punti ho provato questa strana sensazione.

Oslo

Oslo

Alla fine però, posso dire che andava la pena di essere letto, giusto per avere anche un quadro della Norvegia dell’epoca, qui descritta in maniera completa, uscendo per una volta dalla classica ambientazione vittoriana inglese.
Lo consiglio allora? Non saprei. Qui si tratta di un autore che ha vinto un Nobel per la letteratura, anche se non per questo romanzo, di un libro classico su cui si è dibattuto e discusso a lungo, e che ha i suo estimatori. Insomma, difficile dire se il problema risieda nel libro o semplicemente non si adatto a me.


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