Un cretino così io non lo metterei neanche a pulire le gabbie degli zoo, che gli piacciono tanto. Avrei paura che spaventi le belve o che si faccia male inciampando nello strame con cui ha una certa affinità. Se Dio ha creato l’uomo impastando l’argilla, quando è arrivato il turno di creare Rosario Carello deve essersi accorto che aveva finito la terra e deve aver usato plastilina o segatura mista a sterco, alla maniera dell’edilizia bantù. A volte capita e bisogna arrangiarsi.
Poi, nell’anno del Signore 2012, quell’organizzazione multinazionale dello stupro ideologico conosciuta come Chiesa Cattolica, che ci prova ad essere universale ma che di universale ha solo l’arroganza, mette a scrivere editoriali un cretino appena uscito dalla scuola di giornalismo, di poco superiore, in quanto a Quoziente Intellettivo, alla Scuola di Polizia, di cui negli anni Ottanta abbiamo visto i numerosi film.
Se il direttore di Famiglia Cristiana non ha tempo di leggere tutte le boiate che compaiono sulla sua rivista, che si cerchi degli aiutanti. Se li ha già e se sono omogenei culturalmente al signor Carello, vuol dire che diventa responsabile delle boiate che i suoi dipendenti scrivono. Ovvero che ne approva il contenuto.
C’è una catena di comando nella Chiesa come nell’esercito, come anche in una redazione di giornale. Se un giornalista appena assunto si permette di scrivere le sue idee contrastanti con la linea editoriale del giornale, viene licenziato. Se viceversa si allinea al pensiero approvato dai suoi superiori, fa carriera.
Da quanto tempo è stato assunto lo scribacchino pennivendolo Rosario Carello?
Quanti deretani ha dovuto leccare, ovviamente in senso metaforico, prima di arrivare ad avere una pagina tutta sua, che tratta di un argomento serio come i sentimenti? Quanti sono gli animalisti in Italia che potrebbero restare turbati da tanto acume? E’ forse quello della direzione di Famiglia Cristiana una specie di calcolo da bottegai circa i milioni di specisti in confronto alle poche migliaia di antispecisti? Ha fatto bene i calcoli il signor Antonio Sciortino o si può parlare di una sua scivolata sulla classica buccia di banana?
Conoscendo l’antica, becera, tetragona mentalità di m….. (altro termine non mi viene in mente) del clero cattolico, delle suore spagnole e dei gesuiti compilatori della Dottrina della Fede, so senza bisogno di cercare ingenue attenuanti, che la posizione del Partito di Dio degli Ezbol-cristiani era, è e sarà quella di considerare gli animali come pezze da piedi, con il conseguente corollario di considerare tutti i diversi come potenzialmente pericolosi.
Se veramente quelle sedicenti e stipendiate guide spirituali, che ogni domenica mattina distribuiscono agli astanti le prescritte dosi di sonnifero dai pulpiti dorati e pieni di quadri antichi, nei loro modesti luoghi di culto, volessero convincere chicchessia ad amare il prossimo, non potrebbero fare l’autogol di escludere da tale categoria chi ha veramente bisogno d’amore, o almeno di rispetto, gli animali, ultimi fra gli ultimi. Anzi, ultimissimi.
Non lo fanno. Non l’hanno mai fatto e mai lo faranno perché, come disse Nietzsche, il prete è un grande amante della carne ben arrostita. Se si riferissero agli animali come al nostro prossimo, si darebbero la zappa sui piedi. Verrà il momento, con l’aiuto di Dio, che appenderemo anche i preti, insieme ai politici e ai banchieri, ai lampioni delle città.
A tirar fuori la storia di Walt Disney, dicendo che gli animalisti hanno visto troppi film con Bambi e altri zuccherosi animaletti, sono di solito i lettori del Gazzettino, noti zotici del Profondo Nord abituati a lavorare come i muli degli alpini e senza il tempo per acculturarsi un po’. Ora lo stesso stereotipo lo ritrovo in bocca a questo Rosario Carello, vomitato come verità sacrosanta o come boutade per far sorridere i lettori della rivista. Se non è la prima volta che Famiglia Cristiana usa tale arguta espressione, almeno adesso so dove i buzzurri del Gazzettino l’hanno recuperata.
Sulla libertà e la lingua degli animali, che sarebbero diverse dalla libertà e dalla lingua degli uomini, il nostro editorialista minus habens ha avuto a disposizione molte altre fonti più autorevoli di lui, da Spinoza a Cartesio, da Tommaso d’Aquino a Sant’Agostino. Tutti concordi, a seconda dei secoli in cui sono vissuti e del contesto sociale in cui sguazzavano come ranocchi nel fango, che l’uomo è superiore alle bestie. Deve esserlo per forza! Non può non esserlo! Altrimenti, addio alla società gerarchica con papi e imperatori in cima e plebe in basso. Qualcosa si deve pur lasciare al disotto dei miserabili villici, servi della gleba, affinché non si sentano unicamente e irreparabilmente dei falliti!
Perfino Alfred Edmund Brehm, che non era animalista ma esploratore e direttore dello zoo di Amburgo (e anche lui non cattolico), si espresse in termini corretti dicendo: “Ancor oggi non sono rari coloro che negano agli animali la capacità del sentire e sostengono essere stati tutti gli animali creati per l’uomo. Non sono queste convinzioni fondate sull’osservazione e sullo studio, ma sono idee che si spacciano per il timore che, concedendo agli animali qualcosa di umano e togliendo all’uomo parte della sua semi-divinità, non rovini tutto l’edificio del suo orgoglio”.
Non c’è bisogno d’aggiungere altro!
Infine, tornando al nostro produttore di sterco intellettuale, in altri tempi avrei invitato gli iscritti alla mia mailing list a scrivere gentili lettere di protesta alla redazione di Famiglia Cristiana, per l’osceno e obsoleto specismo messo nero su bianco dal Carello, ma ora, sapendo quanto laidi siano tutti i preti dal primo all’ultimo, specie quelli che fungono da megafoni di Santa Romana Chiesa, rinuncio a fare la persona civile, perché con gli incivili non serve e anzi a lavar la testa all’asino si perde tempo, acqua e sapone.
Lasciamo dunque che questi miserabili scribacchini, che si moltiplicano purtroppo come pulci nella pelliccia di un cane, scrivano le loro oscenità etiche, adatte per un pubblico di osceni apparati digerenti, quali sono i lettori di Famiglia Cristiana, e mandiamo quante più silenziose maledizioni possibili a Rosario Carello, al suo direttore Antonio Sciortino e a tutti i pretacchioni sparsi nel mondo, suore di clausura e missionari Comboniani compresi.
Passeremo per l’Anticristo? Per eretici blasfemi? Pazienza!
Quando la smetteranno di propagandare insulsaggini speciste, noi ci avvicineremo al cristianesimo. Se proprio non riusciremo a trovare di meglio.