
Gettando in un cestino delle immondizie dei giardini pubblici le deiezioni della mia cagnolina appena raccolte, vi ho notato sul fondo una rivista quasi intonsa. L’ho presa e sostituita con l’involto puzzolente della cagnetta.
Arrivato a casa e sfogliatala dopo un po’, vi ho trovato un editoriale di uno pseudogiornalista che mi ha fatto capire quanto quel genere di settimanale stesse bene accanto alle deiezioni dei cani, trattandosi effettivamente di una rivista di m…..
Poiché ha una tiratura di quasi seicentomila copie, capisco molte cose sul perché gli italiani siano quel popolo d’ignoranti specisti che sono da sempre e, grazie a giornali come questi, purtroppo lo saranno ancora per molto tempo.
La mia rabbia per questo stato di cose si spinge ancora più in là e mi fa concludere non solo che il popolo italiano è, grazie a tali agenzie culturali, di una volgarità unica nel panorama mondiale, ma anche che quel genere di fede a cui la suddetta rivista s’ispira è la peggiore forma di religiosità che mente umana – ma a questo punto bisognerebbe dire diabolica – sia riuscita a produrre.
Con le conclusioni bisogna andare cauti, lo so, ma avendo a che fare con sedicenti cristiani, o con dichiarati cattolici, da molti anni, conosco questo loro modo osceno di ragionare, di trattare le bestie come inferiori e i diversi in genere come nemici.
Probabilmente, se fossi nato e cresciuto in Israele o in Arabia Saudita mi sarei trovato nelle stesse condizioni sociali, poiché anche il giudaismo e l’islamismo non scherzano in fatto di antropocentrismo. Ne consegue, come corollario (e lo dico anche sapendo di apparire antipatico), che solo nelle tradizioni celtiche e pagane, per quel poco che ve n’è traccia, esiste quel quid che fa dell’uomo un animale tra altri animali, un essere vivente tra altri esseri viventi.
Sia Schweitzer che Darwin erano bianchi caucasici di religione cristiana, ma il primo disse che siamo creature in mezzo ad altre creature maturando tale convinzione lontano dalla decadente Europa e il secondo formulò la teoria dell’evoluzione nonostante il suo stato di pastore protestante.
Nessuno dei due – si noti – era cattolico.
E veniamo all’editorialista, tale Rosario Carello, la cui rubrica s’intitola “Sentimenti”.
Voglio riportare per intero la sua perla di saggezza, che si può leggere a pagina 31 della Famiglia Cristiana del 30 settembre 2012.
“Una giraffa fugge dal circo e corre per le vie di Imola. Lo spettacolo è bellissimo perché la giraffa è un animale unico per eleganza. Ma lo spettacolo è anche terribile perché quel cucciolo di quattro anni, inseguito in tutti i modi, è visibilmente terrorizzato e potrebbe fare del male a qualcuno. Accade poi che venga colpito da un proiettile di narcotico e che poche ore dopo muoia, forse per la corsa o la paura. Infine, comincia una gazzarra indegna contro i circhi, che a detta di alcuni sono la causa di tutti i mali dell’universo. Ne ho dedotto che abbiamo visto troppi film di Walt Disney: perché per molti la giraffa è fuggita per infelicità (che è la trama romantica di tutti i cartoni animati ambientati allo zoo) e non perché qualcuno ha tagliato (sabotaggio?) le catene. Do quindi tre notizie: Topolino non esiste. Gli animali non parlano la lingua degli uomini. E il concetto di libertà, per un animale nato in cattività, non è lo stesso che possiamo applicare agli uomini. La morte di quel cucciolo mi duole davvero: perché è morto così, e perché l’hanno utilizzato per una meschina polemica tra umani”.
Un cretino così io non lo metterei neanche a pulire le gabbie degli zoo, che gli piacciono tanto. Avrei paura che spaventi le belve o che si faccia male inciampando nello strame con cui ha una certa affinità. Se Dio ha creato l’uomo impastando l’argilla, quando è arrivato il turno di creare Rosario Carello deve essersi accorto che aveva finito la terra e deve aver usato plastilina o segatura mista a sterco, alla maniera dell’edilizia bantù. A volte capita e bisogna arrangiarsi.
Poi, nell’anno del Signore 2012, quell’organizzazione multinazionale dello stupro ideologico conosciuta come Chiesa Cattolica, che ci prova ad essere universale ma che di universale ha solo l’arroganza, mette a scrivere editoriali un cretino appena uscito dalla scuola di giornalismo, di poco superiore, in quanto a Quoziente Intellettivo, alla Scuola di Polizia, di cui negli anni Ottanta abbiamo visto i numerosi film.
Se il direttore di Famiglia Cristiana non ha tempo di leggere tutte le boiate che compaiono sulla sua rivista, che si cerchi degli aiutanti. Se li ha già e se sono omogenei culturalmente al signor Carello, vuol dire che diventa responsabile delle boiate che i suoi dipendenti scrivono. Ovvero che ne approva il contenuto.

Conoscendo l’antica, becera, tetragona mentalità di m….. (altro termine non mi viene in mente) del clero cattolico, delle suore spagnole e dei gesuiti compilatori della Dottrina della Fede, so senza bisogno di cercare ingenue attenuanti, che la posizione del Partito di Dio degli Ezbol-cristiani era, è e sarà quella di considerare gli animali come pezze da piedi, con il conseguente corollario di considerare tutti i diversi come potenzialmente pericolosi.

Sulla libertà e la lingua degli animali, che sarebbero diverse dalla libertà e dalla lingua degli uomini, il nostro editorialista minus habens ha avuto a disposizione molte altre fonti più autorevoli di lui, da Spinoza a Cartesio, da Tommaso d’Aquino a Sant’Agostino. Tutti concordi, a seconda dei secoli in cui sono vissuti e del contesto sociale in cui sguazzavano come ranocchi nel fango, che l’uomo è superiore alle bestie. Deve esserlo per forza! Non può non esserlo! Altrimenti, addio alla società gerarchica con papi e imperatori in cima e plebe in basso. Qualcosa si deve pur lasciare al disotto dei miserabili villici, servi della gleba, affinché non si sentano unicamente e irreparabilmente dei falliti!
Perfino Alfred Edmund Brehm, che non era animalista ma esploratore e direttore dello zoo di Amburgo (e anche lui non cattolico), si espresse in termini corretti dicendo: “Ancor oggi non sono rari coloro che negano agli animali la capacità del sentire e sostengono essere stati tutti gli animali creati per l’uomo. Non sono queste convinzioni fondate sull’osservazione e sullo studio, ma sono idee che si spacciano per il timore che, concedendo agli animali qualcosa di umano e togliendo all’uomo parte della sua semi-divinità, non rovini tutto l’edificio del suo orgoglio”.






