Cala il potere d'acquisto. Nell'ultimo trimestre dello stesso anno il reddito disponibile delle famiglie ha registrato un aumento dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e dell'1,1% rispetto a quello corrispondente del 2010. Tuttavia, sempre tenendo conto dell'inflazione, il potere d'acquisto, cioè il reddito disponibile delle famiglie in termini reali, nell'ultimo trimestre dell'anno è calato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dell'1,9% rispetto al quarto trimestre del 2010.
Investimenti: + 1,5%. Nel 2011 gli investimenti fissi lordi delle famiglie sono aumentati dell'1,5% ed il tasso di investimento (definito dal rapporto tra gli investimenti fissi lordi, che comprendono gli acquisti di abitazioni e gli investimenti strumentali delle piccole imprese classificate nel settore, e il reddito disponibile lordo) si è attestato al 10%, come l'anno precedente. Nel quarto trimestre del 2011 si registra una lieve diminuzione del tasso di investimento delle famiglie (-0,1 punti percentuali) sia rispetto al trimestre precedente che a quello corrispondente del 2010.
Si riduce il tasso di risparmio. Nella media del 2011 "la riduzione del tasso di risparmio è il risultato di una crescita del reddito disponibile (+2,1%) più contenuta rispetto alla dinamica della spesa per consumi finali (+2,9%) espressa in valori correnti", ha spiegato l'Istituto. Nell'ultimo trimestre del 2011 il reddito disponibile in valori correnti è aumentato dell'1,1% rispetto al corrispondente trimestre dell'anno precedente, a fronte di una crescita dell'1,9% della spesa delle famiglie per consumi finali.
In discesa anche i profitti delle società. L'Istat rileva inoltre che nel 2011 la quota di profitto delle società non finanziarie si è attestata al 40,4%, il valore più basso dal 1995, con una riduzione di 1,1 punti percentuali rispetto al 2010. Nel quarto trimestre, essa è stata pari al 40,3%, in diminuzione di 0,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,9 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2010. Nel 2011 il tasso di investimento delle società non finanziarie è stato pari al 22,3%, in lieve riduzione rispetto al 22,2% dell'anno precedente. Nell'ultimo trimestre si è attestato al 21,8%.
Le ultimissime del governo. Le fondazioni bancarie non pagheranno l’Imu, la tassa sugli immobili, in quanto: “Le fondazioni sono associazioni benefiche.”!!! Incredibile, assurdo, ma impietosamente vero e quasi scontato se si considera che chi governa il Belpaese è molto vicino alle banche!!! Di fatto per i professori le fondazioni bancarie sono enti di beneficenza. Un po’ come le varie Onlus, da quelle che assistono i disabili a quelle che portano un pasto caldo agli anziani. Le fondazioni bancarie fanno beneficenza, quindi. E per loro niente Imu: esenzione totale! Tanto poi l’Imu la paga chi ha un pollaio, un pagliaio, un allevamento di vacche, una casa ridotta in macerie, i vecchi ricoverati negli ospizi o più semplicemente chi ha investito i risparmi di una vita nella propria abitazione.