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Famiglie v familjer

Da Kata
E' incredibile quanta differenza ci sia tra i paesi europei per quanto riguarda la situazione delle famiglie. Tra l'Italia e la Svezia, poi, c'è un abisso. Tra le persone della mia età, per ovvi motivi, è un argomento comune quello della famiglia. Ed è interessante fare una comparazione tra i miei tre paesi. Perché l'Ungheria, secondo me, rappresenta un terzo caso ancora. E devo dire che in questa cosa almeno, è il paese che mi sembra messo meglio tra i tre. Devo premettere che ciò che scrivo si basa esclusivamente sulle mie esperienze personali e non su statistiche o sondaggi ufficiali. E in Svezia ho delle esperienze limitate e per di più indirette al riguardo. Cioè ho un'impressione della società svedese, sento diversi racconti e vedo cose in giro, ma ovviamente conosco molto meno la realtà della Svezia rispetto a quella dell'Italia o dell'Ungheria.
Tanto premesso, ecco le mie impressioni. Svezia e Italia sembrano due realtà opposte. Da un lato gli svedesi sono aiutati dallo stato nel mettere su famiglia e non devono avere alcuna preoccupazione al riguardo, né al posto di lavoro né nell'organizzazione della vita quotidiana. Dall'altro lato gli italiani sono praticamente abbandonati a sé stessi, non ricevono alcun aiuto dallo stato, e devono preoccuparsi pure per il lavoro se decidono di mettere su famiglia. Di conseguenza gli svedesi fanno tanti bambini e presto, mentre gli italiani ne fanno pochi e molto tardi. Mentre in Svezia vedo diverse studentesse all'università incinte o con un bambino piccolo, in Italia da un'amica che ha partorito da poco sento dire che con i suoi 32 anni era la più giovane al corso pre-parto. Sempre più donne italiane fanno il primo figlio sopra i 35 anni. E poi c'è l'Ungheria che in un certo senso sembra una via di mezzo. Non c'è un diffuso benessere come in Svezia, ma comunque lo stato ti aiuta se vuoi mettere su famiglia. Le donne generalmente prendono la maternità per un anno senza grossi problemi, e se vogliono possono rimanere a casa anche di più, senza rischiare di perdere il lavoro (dipende dal posto di lavoro) o comunque decidono di rischiare. La maggior parte dei miei amici ha già un bambino, e alcuni stanno aspettando il secondo. Quindi la maggior parte si sono sposati tra i 26 e 28 anni, e hanno fatto un figlio tra i 28 e 30. E per ora nessuno di loro si è divorziato.
In Svezia sento delle storie allucinanti. C'è un alto tasso di divorzio, o meglio dire separazione, dato che molti non si sposano neanche. Anche tra i miei colleghi ce ne sono diversi (giovani) divorziati. Con figli, molto spesso. La Svezia, poi, applica alla lettera il principio di uguaglianza tra i sessi, e dopo la separazione i figli stanno metà mese dal padre e metà mese dalla madre. Così mi è stato detto. Io la trovo una prassi raccapricciante. Se i genitori vivono in due città diverse, ciò significa che i bambini vivono due settimane in una città e due settimane nell'altra e frequentano due scuole... Allora mi chiedo io: chi è che si comporta in maniera più responsabile? Il "mammone" italiano che fino all'età di 35-38 anni non se la sente di mettere su famiglia o il giovane svedese indipendente che si sposa a 22 anni e fa un figlio a 23 per poi divorziare a 25?
In Ungheria la situazione dei miei amici sembra tranquilla e rassicurante, ma certamente è difficile fare delle previsioni, e le statistiche non sembrano neanche confermare le mie impressioni (sarò fortunata io con gli amici e conoscenti...). Io spero che la mia generazione trovi un po' di stabilità famigliare che la generazione dei nostri genitori non ha potuto trovare, o comunque con molta difficoltà. E devo dire che se guardo alla generazione dei miei genitori, allora tra l'Italia e l'Ungheria c'è l'abisso. E in questo caso a favore dell'Italia... In Ungheria altissimo tasso di divorzio (pure i miei si sono separati quando avevo 14 anni, e così tanti dei genitori dei miei amici), alta percentuale di alcolismo e un'aspettativa di vita molto bassa rispetto agli svedesi e agli italiani, soprattutto per gli uomini. I motivi forse non li devo spiegare. Negli ultimi cinque decenni abbiamo avuto una storia un po' diversa dall'Europa occidentale. La generazione nata nell'immediato dopoguerra nell'Europa occidentale credo che sia la generazione più fortunata degli ultimi millenni...
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Il quadro degli Uffizi in appendice
Un quadro del Ghirlandaio e della sua bottega. Il soggetto è il solito: Madonna in trono col Bambino tra due angeli e alcuni santi, del 1483, chiamata anche Pala di Monticelli o Sacra conversazione di Monticelli, perché proveniente dal monastero fiorentino delle Domenicane di Santa Maria a Monticelli (fuori dalla Porta di San Frediano). Infatti, l'uomo inginocchiato sulla sinistra è San Domenico, mentre quello a destra è Papa Clemente I. I due santi in piedi sono Dionigi Aeropagita e Tommaso d'Aquino (con la sua Summa teologica aperta in mano).
Famiglie v familjer
I particolari: 1. La pietra sulla mano destra di San Dionigi Aeropagita. Qualcuno sa qual'è il suo significato?
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2. Il bellissimo sguardo dell'angelo sulla sinistra che guarda la Madonna. Sembra proprio essersi perso in lei...
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3. Lo sguardo triste di Tommaso d'Aquino che non si capisce bene chi sta guardando. Più che guardare qualcuno o qualcosa, sembra avere lo sguardo perso nel vuoto...
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Infine, un link a una bella iniziativa di Google (Google Art Project) che, per fortuna, coinvolge anche la Galleria degli Uffizi.

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