Non sapete dove farlo? Qui si affittano cabine, ma non per claustrofobici.
Qualcuno ha mai sentito parlare del “Glory Hole”, il buco della gloria? Un nome altisonante, si potrebbe dire quasi epico, un po’ come se fosse il titolo di un romanzo di Tolkien o un luogo fantasmagorico tipo la leggendaria “gora dell’eterno fetore” del film culto “Labyrinth”. Ma qui, più che di fantasia, si tratta di fantasie, al plurale. “Il buco della gloria” è il gioco dei giochi, la stravaganza pianificata, il “ ‘o famo strano” per antonomasia, una delle trasgressioni erotiche più spinte (e assurde) mai ideate.
Prendete un loculo di circa un metro quadro di superficie separato da una parete in cartongesso in modo da creare due piccoli scompartimenti; questa parete che divide le due stanzette ha un foro, un buco ovale ad altezza pelvica di circa 30 centimetri per 50; poi prendete due persone- una che siede da una parte e una dall’altra- che danno libero sfogo ai loro vaneggiamenti sessuali più intimi. Questo è il “buco della gloria”: una specie di confessionale del voyerismo, dell’onanismo, della sodomia, della fellatio, del sesso col separè. Chi ha visto il film “Irina Palm” può farsi un’idea di cosa stiamo parlando. Soltanto che qui il buco è relativamente grande e permette di fare anche qualcosa in più rispetto ad un semplice “trattamento manuale” da chi sta dall’altra parte. Come ci spiega Luca, commesso del sexy shop di via Wagner , il “glory hole” può essere utilizzato- oltre che per le attività sopracitate- anche per avere rapporti sessuali completi. Basta portarsi qualcuno (non c’è nessuna donna o uomo già disponibile altrimenti sarebbe prostituzione), sborsare 20 euro per mezz’ora di “affitto” e una volta dentro si può fare un po’ ciò che si vuole. Entrambe le stanzette sono munite di una sedia, di una quantità abnorme di carta e fazzoletti e di un pratico cestino della spazzatura. Due porte smerigliate ti separano dal resto del mondo, almeno alla vista: le pareti dello stanzino non sono insonorizzate…
Luca ci racconta che il “glory hole” è stato ricavato un paio di mesi fa tirando su un muro nella stanza principale del negozio con l’idea di offrire alla clientela un luogo riservato e sicuro, lontano da occhi indiscreti, ideale per realizzare le proprie perversioni, venire a giocare un po’: vi sono coppie che, come dicevamo prima, se ne servono per “farlo strano”, ma anche gruppi di amici, soprattutto maschi che coprono una fascia di età che va dai 18 ai 50 e passa anni, a consumare esperienze omosessuali. Molta anche la gente che certe cose non le vuole fare a casa o che ha relazioni clandestine. Si tratta, in molti casi, della stessa clientela che va lì per acquistare oggettistica hard, ordinare vibratori d’ultima generazione dal catalogo disponibile al bancone, a comprare lingerie per le serate speciali, a fare regali per addii al nubilato o a regalarsi pezzi rari della filmografia porno per la propria collezione. “Alessandria è una città che è ancora intrappolata in una mentalità bigotta e puritana”, osserva Luca, “o almeno lo è in apparenza. Il sexy shop dovrebbe essere visto come un tabaccaio, come un negozio come tutti gli altri in cui si si entra, si curiosa, si acquista un prodotto, non ci si vergogna di nulla. Qui invece- e vi sembrerà assurdo- i clienti aumentano quando fa sera, quando c’è nebbia o pioggia… vengono al sexy shop col favore dell’oscurità e delle intemperie, in modo da non essere visti!”.
Eppure, stando a quanto ci dice, l’unico “buco della gloria” in città sta andando bene, come se fosse un’iniziativa da tempo attesa dall’underground erotico cittadino.
E’ Natale, siamo tutti più buoni: perché non regalare una seduta di “glory hole” ad amici/che e fidanzati/e?