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Fantalinguistica formato esportazione

Creato il 07 giugno 2012 da Zfrantziscu

Venisse da Nuuk, capitale della Groenladia, un professore di kalaallisut a dirti che quella lingua è un guazzabuglio di dialetti e che è parlata da solo sessanta mila persone, ne prenderesti atto, senza star lì a sottilizzare. Non ti chiederesti perché mai uno dovrebbe venire a raccontarti balle: sarà così. No, che non è così; è vero che quella lingua ha tre dialetti principali, ma il kalaallisut è lingua ufficiale ed è parlata, eccome. E penseresti che l’ipotetico professor Friðfinnson, vista la scarsa fortuna in patria delle sue tesi demolitrici se la tenta all’estero, dove del kalaallisut si sa nulla. Non so chi, il sito dell’Università di Stoccarda non dice se la sua Jun.-Prof. Daniela Marzo o il nostro professor Edoardo Friðfinnson Blasco Ferrer, ma qualcuno di loro ha insegnato a degli incolpevoli studenti che “i dialetti sardi che in generale vengono divisi in due o tre macrovarietà (il campidanese al sud, il logudorese al nord e il nuorese nella Sardegna centrale), divergono notevolmente tra loro” e che “nel nord dell'isola si parlano anche il sassarese e il gallurese, che oggi vengono comunemente classificati come varietà dell’italiano”. La misinformazione (quella sottile arte di dire cose parzialmente vere in un contesto falso) continua: “Per lungo tempo, si è ipotizzato che su circa 1.600.000 di abitanti della Sardegna 1.500.000 (o circa l'80% della popolazione, vedi, ad esempio, Mensching, 32004: 13) parlasse in sardo. Che questi numeri oggi non siano più assolutamente attendibili, ce lo dimostrano anche i risultati di una recente indagine sociolinguistica della Regione Autonoma della Sardegna (Oppo 2007: 7) secondo la quale solo il 68,8% degli intervistati, parla, oltre all’italiano, anche una varietà locale delle altre lingue parlate in Sardegna (e quindi non necessariamente una varietà sarda). Il 29% degli intervistati dichiara di padroneggiare passivamente una delle varietà, e il 2,7% parla esclusivamente l'italiano”. Da notare, prego, quel “solo il 68,8%” e quel capolavoro di mistificazione “oltre all’italiano…”. Chi sa che direbbero in Italia se leggessero, che so?, che il 68,8% degli italiani, parla, oltre all’inglese , anche una varietà locale delle altre lingue parlate in Italia? Che vince il ridicolo? Appunto. Che il groenlandese Blasconnson, fra ripartizioni della lingua e ricerca di origini basche, ce la metta tutta per dipingere realtà psichedeliche del sardo è abbastanza noto. Il fenomeno era finora circoscritto alla Sardegna: ora non più, se è davvero lui ad aver fatto disinformatzia a Stoccarda. Niente di male, però: anzi fa bene esportare un po’ di fantalinguistica sarda in un momento come questo di difficoltà per l’export isolano.

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