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Fantaround: Intervista a Davide Santoro

Da B2corporate @b2corporate
Oggi, sempre in ambito Wind Business Factor 2013, proponiamo l'intervista a Davide Santoro, che ci parla del progetto Fantaround, nato dalla passione Europea del gioco del calcio e dalla continua crescita del settore delle scommesse, mixando le caratteristiche del fantacalcio alle esigenze e preferenze di uno scommettitore.
Fantaround: Intervista a Davide Santoro
1)    Ciao Davide, grazie della disponibilità! Raccontateci qualcosa di voi!
Fantaround è il gioco online che intende innovare il modo di giocare ai Fantasy Sports, in particolare al Fantacalcio.
Come sappiamo il Fantacalcio tradizionale vincola il giocatore per un’intera stagione. Quante persone vogliono essere vincolate per così tanto tempo? Le persone giocano, oltre che per divertirsi, con lo scopo di vincere premi.
Quale premio ha più appeal che il denaro sonante?
Abbiamo poi capito che le persone, siano esse giocatori di fantacalcio o scommettitori, vogliono avere la soddisfazione di vincere, almeno ogni tanto. Perché non sostituire i tornei a cui partecipano migliaia di persone con piccole sfide in cui sei proprio tu giocatore a decidere quante persone sfidare?
Partendo da queste premesse è nata l’idea di Fantaround: i premi in denaro sono stati la prima variante che abbiamo introdotto nel nostro prodotto trasformando il singolo torneo in una vera e propria scommessa. Oltre a questo, Fantaround prevede tornei giornalieri (basta vincoli!) e possibilità per l’utente di decidere quante persone sfidare (in questo modo è il giocatore che aumenta o diminuisce le sue probabilità di vittoria!).
Ecco spiegata l’idea di Fantaround: per rendere più dinamico ed emozionante un gioco di successo come il Fantacalcio che, d’altra parte, comincia a risentire dello scorrere degli anni.
Fantaround: Intervista a Davide Santoro
2)    Fare startup è un’avventura da intraprendere senza la paura di fallire, qual è il vostro motto?
Premessa: anche se non abbiamo paura di fallire, preferiremmo non farlo! Ecco, senza volerlo, ho fatto una premessa che può essere usata anche come motto, meglio di così! Scherzi a parte: fare start-up è un’ottima occasione per lavorare divertendosi, apprendendo moltissime nozioni, conoscendo moltissima gente interessante e disponibile e, last but not least, imparando a credere fortemente nelle proprie capacità e nel proprio progetto. Insomma un modo di pensare positivo in un sistema economico contraddistinto da malumore e pessimismo. In questo modo la paura di fallire diminuisce sensibilmente: la start-up può infatti fallire ma non il singolo startupper. Per quest’ultimo la crescita personale è già di per sé un successo!
3)    Un  team dinamico, motivato e affiatato è fondamentale per andare lontano! Come siete strutturati? Quali competenze tecnico specialistiche possedete?
Creare un team affiatato e completo è tanto importante quanto complicato. Noi siamo cinque amici e colleghi di cui tre stanno completando il percorso di studi in “Imprenditorialità e Management Internazionale”. Io e Fabio da oltre cinque anni siamo collaboratori Sisal e abbiamo conosciuto il settore a 360 gradi, approfondendo la materia anche al di fuori dell’ambito lavorativo.
Ad oggi io mi occupo della parte strategica e coordino lo sviluppo del prodotto, Fabio si occupa della parte economico/finanziaria mentre Sara si occupa della  comunicazione e dell’organizzazione delle attività complementari al Core Business. Ma nel nostro team non ci sono solo “economisti”. La parte di sviluppo è gestita da Carlo e Daniele, entrambi software engineer, che insieme stanno realizzando il prodotto.
Ad ogni modo non restiamo chiusi in noi stessi: per creare una start-up di successo serve molto lavoro ed è per questo che siamo sempre alla ricerca di figure utili alla realizzazione di Fantaround. Al momento cerchiamo in particolar modo un Web designer e/o un Web developer ma in ogni caso, se pensate di poter dare un apporto positivo al progetto, contattateci!
 
4)    Wind Business Factor Competition 2013: un’opportunità per apprendere, fare networking, far conoscere la propria idea a potenziali investitori! Quale valore aggiunto state portando a casa da questa esperienza?
La nostra è un’idea nata da poco tempo e Wind Business Factor è stato il primo concorso a cui abbiamo deciso di partecipare. La prima cosa che abbiamo portato a casa è stata quindi una bella iniezione di fiducia: quale miglior partenza che ricevere un feedback positivo la prima volta in cui si mostra la propria “creatura” al mondo esterno!
Ora dobbiamo sfruttare l’opportunità di essere a contatto con molti altri ragazzi appassionati di start-up come noi, a partire dai mentor sino ad arrivare ai nostri sfidanti, per apprendere il più possibile e crescere, sia individualmente che come start-up. Ho notato che, soprattutto per i founders, vi è sempre il rischio di “innamorarsi” troppo della propria idea, facendo in questo modo più fatica ad individuare difetti o possibili migliorie da apportare al progetto; per questo ritengo molto utile uscire allo scoperto e sfruttare occasioni come questa per farsi conoscere e fare network in un mondo dinamico e vivace come quello dell’innovazione.
Ah dimenticavo: l’ultima cosa che dobbiamo portare a casa è la vittoria finale!
5)    Innovazione, creatività e motivazione: aspetti fondamentali per fare startup: ma non dimentichiamoci delle tecniche di management per completare il cocktail esplosivo! Cosa ne pensate?
Siamo d’accordo sul fatto che tutti e tre siano aspetti importanti ma, senza il corretto management, si corre il rischio di costruire un castello di carta. Bisogna dare forma al proprio progetto lavorando intensamente “step by step”, cercando di non perdere mai di vista le linee guida e analizzando i problemi in maniera oggettiva, sulla base anche delle esperienze altrui.
Dare solidità non vuol dire essere inflessibili. Si tratta di trovare il giusto equilibrio perché da una parte è utile fare Pivot, dall’altra non bisogna rischiare di trasformare questo processo in una sbandata.
6)    Eric Ries autore del libro “The Lean StratUp” definisce la startUp come un’organizzazione dedicata alla creazione di qualcosa di nuovo in un contesto di estrema incertezza! Messaggio chiaro e rivolto a tutti coloro che vogliono percorrere nuove strade (gli imprenditori sono ovunque) e lanciare prodotti/servizi ancora inesplorati. L’approccio deve essere quello di implementare un metodo scientifico basato sull’innovazione sperimentale per misurare  i propri progressi, collegato alla capacità di apprendimento continuo. In sintesi il messaggio è: Build-Measure-Learn  innovando e sperimentando! E’ il vostro modus operandi?
Come detto prima, Fantaround è nato da poco. Proprio per questo non possiamo ancora dire di aver sperimentato tutte le fasi del “Build-Measure-Learn” di Ries, ma certamente è un nostro punto di riferimento. Per il momento siamo nella fase “build” e stiamo lavorando per incontrare quanto prima il mercato e “misurare” Fantaround con i feedback dei clienti. Tutto ciò perché crediamo veramente che il modo migliore di imparare e perfezionarsi è testare quella che prima era solo un'idea...scoprendo, come Ries suggerisce, quali elementi sono “brilliant” e quali, ahimè, “crazy”.
Per essere aggiornati sull'evoluzione del progetto fai click qui.
Ringraziando Davide Santoro  per l’intervista, ricordiamo che è già aperta la selezione per la competition Wind Business Factor per il Terzo Girone: c'è tempo per iscriversi e candidare la propria idea e/o impresa, ed essere votati dalla community, fino al 14 Ottobre 2013.

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