Contemplava quella stanza in cui l’ordine taceva: lenzuola spiegate, vestiti sparsi, ante aperte, posaceneri per terra, che si confondevano con il pavimento, una confusione che rispecchiava il suo stato d’animo, di un equilibrio così precario, che sarebbe bastata una piuma perché crollasse.
Di certo quella mattinata non l’aveva aiutata, ore passate a servire caffè e a consegnare cornetti ad una schiera di anime in subbuglio sin dalle prime ore del giorno.
Odiava lavorare in quel bar, come l’agitava tutta quella concitazione, comparsa tra la gente sin dall’alba, quando il caldo torpore avrebbe dovuto regnare sovrano, svincolarsi dolcemente dal sonno, scivolare dal letto e tramutarsi progressivamente in energia e non in quell’inquieta foga.
Benché ripetesse che doveva ritenersi fortunata ad avere quel lavoro, si sentiva in gabbia e con lei le sue aspirazioni, che di certo non avrebbero trovato né spazio né tempo dentro quelle quattro mura.
I soldi le servivano, aveva accantonato temporaneamente i suoi sogni, per poter accumulare una base, che l’avrebbe aiutata per realizzarli, ma sentiva sempre e comunque di star sprecando tempo.
……E poi c’era lui, quel pensiero dominante che l’accompagnava durante le sue giornate, in grado di farla sentire intelligente, bella porca ed elegante, per dirla alla Finardi.
Non lo vedeva da tempo ormai e sebbene le mancasse e sentisse di mancargli, evitava di contattarlo.
Il motivo non l’era del tutto chiaro, di certo aveva paura, ma si nascondeva dietro il pretesto di non voler forzare il loro sentimento, così vago eppure così intenso.
Quella vaghezza lasciava in sospeso il loro rapporto, avvolto da un velo di mistero.
Definire il loro legame avrebbe significato dargli un nome, identificarsi in qualche schema amoroso e loro non si sentivano pronti.
Una fusione in cui distinzioni e ruoli cessavano di esistere per sfociare nel noi, trasporto e abbandono, un’unione di corpi, ma non solo, un dare e un ricevere, un’ arricchirsi continuo.
Assorta tra i suoi pensieri, cullati dall’aroma del caffè e dal tintinnio dei cucchiaini, non aveva notato quella dolce presenza, un uomo sostava già da un pò al bancone.
Accortasi di essere fissata si girò di scatto e vide che quel pensiero si era tramutato in concretezza.
Arrossì come se fosse stata scoperta. Lui sorrise.
TO BE CONTINUED…