Si svegliò e lui non era più accanto a lei.
Il sole ormai era alto ed i raggi penetravano attraverso le fessure, illuminando quel cuscino che lamentava la sua assenza. Avrebbe preferito chiudere gli occhi ben volentieri: era fuggito di nuovo.
Avrebbe preferito che il sole non fosse sorto quella mattina, avrebbe preferito che la luce del giorno, fonte di calore e fraterna amica non l’avesse tradita.
Lo aveva posseduto solo una notte.
Con gli occhi socchiusi ed in bocca il sapore del vino della sera precedente, pensava che se la notte porta consiglia, lei era l’unica sfigata a cui aveva consigliato male.
Meditava al tempo perso per costruire quella barriera, che l’avrebbe protetta da situazioni spiacevoli, ma la barriera si era rivelata una prigione di cristallo, così fragile da essersi infranta in mille pezzi.
Rifletteva alla coreografia della sua vita, abilmente costruita, ascoltando il battito del suo cuore, quello stesso ritmo che inesorabilmente scandiva le sue giornate.
Eppure era un ritmo sterile, non le permetteva di danzare.
Era simile ad una marcia, ma non di quelle trionfali.
Piuttosto come un soldato si avviava verso la sua battaglia quotidiana, sapendo di partire sconfitta in partenza.
Aveva costruito un muro tra lei e la realtà per poca passione a ciò che assisteva.
E lui era l’unico spettacolo che la divertiva. Si dilettava a rincorrerlo, a perderlo e a ritrovarlo di nuovo. Si sentiva frastornata, confusa ma piacevolmente soddisfatta.
Aveva perso la caccia questa volta, ma promise a sé stessa che avrebbe trionfato prima o poi….Avrebbe domato la fiera, avrebbe placato il suo istinto , avrebbe arrestato la sua veloce giostra.
Il torpore del risveglio era svanito, al suo posto subentrava il tanto caro cinismo.
La sua fuga non le bruciava più, fantasticava sul loro prossimo incontro.
Si accese una sigaretta. Accanto all’accendino vi era un foglio piegato.
Sorrise, incuriosita dal contenuto. Lo lesse. Sorrise di nuovo.
“È qualcosa di incolore
di inodore.
Il sapore l’ho assaggiato sulle tue labbra.
È qualcosa di recidivo.
È un virus che dilaga
quando la fiamma divampa.
È fumo che scompare quando sei distante.
Non sarai mai cenere!
Un rapimento mistico e sensuale mi imprigiona a te !”
Questo era quanto la sua mente abile era riuscita a produrre . E lei lo conservava dentro il cassetto, in cui aveva riposto le sue illusioni, memore di tirarle fuori prima o poi…
TO BE CONTINUED