Magazine Diario personale
Ci sono tanti modi di esistere e probabilmente cerchiamo di non essere troppo razzisti, ma quello che ci preme, sicuramente, non è il dono della condivisione. I nostri occhi sono fatti per guardare, ma noi focalizziamo solo quello che ci fa stare bene. Ci sono tante strade da seguire. Incroci da superare e bivi da imboccare. Per tutti noi è più facile scegliere quelle che ci chiedono meno impegno e in alcuni casi, quelle che portano lontano, dove probabilmente troveremo molto di più di tutto quello che ci aspettiamo. Le nostre strade non sono tutte lastricate e neanche ad alta velocità. Le nostre strade sono piene di buche. Alcune ci frenano. Altre riescono a darci dei scossoni. Le più profonde ci trattengono o nei peggiori dei casi, ci spingono fuori strada. Solo allora ci accorgiamo che là fuori ci sono tanti altri che come noi girano un po’ a vuoto. Sono quelli che non hanno mai trovato la loro strada. Anche loro hanno idealizzato, hanno amato, hanno desiderato, forse anche più di noi. Tanti sono usciti fuori strada, prima di noi. Molti, sicuramente, più di noi, sono rimasti sempre lì e le stagioni che passano in fretta non hanno pietà per chi non riesce ad andare avanti. Tantomeno per chi si gira spesso in cerca di qualcos’altro, di un amico o di un treno che passa. Non quello del giorno prima. Quello è già passato, non ripasserà più e tantomeno tornerà indietro. Le occasioni o le opportunità sono gemme rare, non tutti riescono a trovarle. Peggio, tanti di noi non capiscono e non si accontentano e spesso distruggono ogni bene di quel tanto che si ha.Quante volte ci siamo detti: “Siamo tutti uguali”, ma io quello lì steso a terra non lo vedo uguale a me. Se io ho fame, quello lì forse è tanto che non mangia. Se io qualche volta sorrido, quello lì non ha mai riso. Quello lì aspetta con la mano tesa, piena di rughe e terra. Quello lì non ha più neanche vergogna di dover elemosinare. Si accontenta di un pezzo di pane da dividere con tutti quei cani che gli girono intorno. Ai bordi delle strade ci sono vaste praterie dove ogni essere umano desiste e predilige, suo malgrado, la sopravvivenza pregando spesso: “Speriamo che oggi sia l’ultimo”. Le donne che hanno pelle da mostrare, la svendono, come fosse un supermercato per quattro spiccioli. Sono quelli che portano ad un pasto caldo, mentre il resto finisce nelle tasche di quei tanti fusti con il bracciale d’oro, che non hanno mai lavorato e tantomeno amato. Poi ci sono tanti gentiluomini che hanno sempre amato e pensando di essere stati abbandonati o sostituiti con altri ancor più uomini, hanno fatto ancora meglio. Hanno ucciso senza pietà, come fossero macellai. C’è un record da superare, a chi fa più tagli, tanto a chi colpisce non fa affatto male.
E’ assurdo, c’è chi pretende amore eterno e poi si uccide portandosi con se moglie e figli. Tanto loro non saprebbero cosa fare di una vita dignitosa, o peggio, per non essere poi giudicati e condannati con tutti gli onori per gli orrori perpetrati. Tante volte ci si mette pure la solitudine a farci compagnia o il colore della pelle a dare un po’ di consistenza al nostro esserci per forza. Penso sia più facile prendere senza dover sudare. Quei cassoni di cemento non fanno al caso nostro, se riesco a dormire di giorno, poi la notte esco. Come un falco approfitto del silenzio e della luce delle stelle e mi prendo un po’ dell’altro. Ci sono tanti modi per far parte, ma spesso ci accontentiamo ad essere più furbi, tanto gli altri hanno altro da fare. Se le guerre potessero tornare ci aiuterebbero ad essere un po’ più partigiani. A difendere la terra, gli ideali e a condividere almeno quella: “La giusta morte”…………… Costantino Posa
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