Fare Lobby a Bruxelles

Creato il 25 ottobre 2010 da Fugadeitalenti

Una puntata che incrocia una storia di emigrazione “da favola” con una professione alquanto insolita, almeno in Italia: a “Giovani Talenti” fanno il loro esordio Bruxelles (capitale europea) e il mondo delle lobby (intese però come possibilità di lavoro).

Lo facciamo con la storia di Sandra Alverà, 35enne veneta, che in sedici anni ha compiuto il grande salto: dalla sua Cortina d’Ampezzo, dove si era fermata al diploma presso l’Istituto Alberghiero, a Hollywood, come ragazza alla pari, a soli 19 anni. In mezzo il classico episodio fortunato: la coppia di americani in vacanza in Veneto, che dà ascolto alla sua voglia di trovare “l’America”.

In California Sandra riscopre l’amore per lo studio: si iscrive al college, che completa. Poi si trasferisce a Bath, in Gran Bretagna, dove si iscrive alla Facoltà di Sociologia. Non contenta, si iscrive pure a un Master sull’Unione Europea. In mezzo, tanti anni di sacrifici autofinanziati.

La Sandra che a 29 anni torna in Italia per cercare lavoro è ben diversa dalla Sandra che l’aveva lasciata per inseguire il sogno americano. E’ una professionista, con studi e master all’estero. Basterà, perché questo Paese le offra una chance? Macché…: “Mi ritrovai a Roma. Ci sono rimasta per tre mesi, vagando alla ricerca di lavoro. Ma nulla. Offerte: qualche impiego non retribuito, un lavoro come centralinista in uno studio legale e un contratto per 300 euro mensili, definite come rimborso spese. Terrificante. Dopo anni all’estero volevo tornare a vivere nel mio Paese. Forte di una laurea e di un master, un ottimo inglese e un ottimo spagnolo, pensavo che avrei sfondato. Invece sono loro che hanno sfondato me… Che botta!

Ironia a parte, la situazione che attende Sandra al suo ritorno fotografa alla perfezione le migliaia di altri tentativi di reimpatrio nel Belpaese. Sandra ne prende atto: eccola allora ripartire per Bruxelles, prima per uno stage alla Commissione Europea, poi per misurarsi con altri due lavori, l’ultimo dei quali come “Manager Government Affairs” per la multinazionale Panasonic.

Nessuno mi chiese se avevo intenzione di sposarmi o se volessi fare figli. Così oggi mi ritrovo a guadagnare tre volte tanto un lavoro medio in Italia, ho un’auto aziendale che mi sono scelta, viaggio a destra e a manca… e va bene“. Sandra lavora nel settore delle lobby, che -a Bruxelles come a Washington- sono regolamentate e operano alla luce del sole.

Il contrario dell’Italia, dove le attività di lobby sono forse ancora più sviluppate, ma gestite e intessute in modo assolutamente informale, nell’ombra. Dove amicizie e conoscenze spesso contano più del mero rapporto professionale. Ne parliamo con l’ospite della puntata, Franco Spicciariello, giovane socio fondatore di “Open Gate Italia”, azienda che opera nel settore della lobbying e della regolamentazione. Franco ha deciso di provarci, nel Belpaese. Ce ne spiega il perché.

Nella rubrica “Spazio Emigranti” ospitiamo Erminio Capone, ideatore del portale “Italiani in Galizia”, che raggruppa i nostri connazionali espatriati nel nord della Spagna.

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La discussione lanciata in trasmissione: Quanto il sistema lobbistico-informale italiano impedisce ai giovani di talento di emergere nel Belpaese? Condividete come la lobby in Italia funzioni benissimo -anche solo per avere un posto di lavoro- ma funzioni unicamente dietro le quinte? E perchè non portare tutto alla luce del sole? Non ne guadagnerebbe la meritocrazia?

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Alla prossima puntata: sabato 30 ottobre, dalle 15 alle 15.30 (CET), su Radio 24. Vi aspetto!



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