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Fare per fare

Creato il 23 febbraio 2014 da Malvino
In questi ultimi giorni ho ascoltato, in gran parte riascoltato, gli interventi coi quali Matteo Renzi ha chiuso le quattro edizioni della Leopolda [(2010) 1, 2, 3, (2011) 4, (2012) 5, (2013) 6], tutte le interviste televisive di più ampio respiro che ha concesso dal 2008 ad oggi [(Le invasioni barbariche) 7, 8, 9, 10, 11, (Che tempo che fa) 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, (Ballarò) 19, 20, (In mezz’ora) 21, 22, (Porta a porta) 23, (Otto e mezza) 24, 25, 26, 27, 28, (Virus) 29, 30], tutto ciò che ha detto nel corso dei confronti televisivi tenutisi in occasione delle primarie del 2012 per la candidatura a premier [(Raiuno) 31, 32, 33, 34, 35, 36] e di quelle del 2013 per la segreteria del Pd [(Sky Tg24) 37] e una dozzina di suoi discorsi, per lo più tenuti nell’ultimo anno, in occasione di comizi elettorali e riunioni di partito [38, 39, 40, 41, ecc.], per un totale di circa 42 ore, una vera e propria full immersion nel suo vacuo scilinguagnolo, dalla quale sono riemerso senza essere riuscito a cogliere traccia, non già di una Weltanschauung renziana, nella quale d’altronde non contavo di imbattermi, ma di un suo pur vago progetto di società, e non dico di un progetto originale, ma renziano anche solo per scopiazzatura, sicché mi sembra di poter concludere in serena coscienza che, dietro la mimica da personaggio di cinepanettone e le battute da piazzista di biancheria intima in lycra, in Matteo Renzi c’è il grado zero della politica intesa come idea di polis e che, dunque, lo stato delle cose che trova sintesi d’immagine nel suo arrivo a Palazzo Chigi consente di disertare ogni valutazione di merito su un eventuale orizzonte strategico in cui sia ragionevole pensare la linea politica del suo esecutivo: ammesso e non concesso che il suo governo riesca a tracciarne una che non sia la mera risultante delle resistenze interne ed esterne che si opporranno al suo velleitarismo, è impossibile immaginarne un’articolazione, quindi è del tutto inutile intrattenerci a ipotizzarne la direttrice. Sarà un fare per fare, nel tentativo di durare per durare. 

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