Nel mio libro Cogli l’attimo ho parlato di poesia in mille modi: nella società, per strada, la poesia classica e quella moderna, quella per divertirsi e quella per scoprirsi.
Purtroppo sembra che tale argomento interessi solo una “nicchia” di lettori ed è un gran peccato, perchè la nostra vita è circondata di poesia! Se pensiamo, poi, all’angolino che occupa nelle scuole (se non per farla studiare a memoria), ahimè, viene tanta tristezza
Voglio qui citarvi un brano preso su Education 2.0 di Michele Tortorici, professore in pensione e poeta, che così scrive riguardo alla poesia nelle scuole:
Io penso che si debba cominciare col DIRLA, la poesia, e col FARLA DIRE, piuttosto che con lo SPIEGARLA e con il FARLA LEGGERE.Che le poesie dette siano diverse da quelle scritte è esperienza comune. Ascoltare il ritmo del verso attraverso il medium di una voce (anche la propria) è altra cosa rispetto al sentire quel ritmo dentro di sé quando il medium di una pagina di versi consiste solo nei tuoi occhi e nel tuo silenzio. In questo secondo caso è più forte la riflessione: chi legge così la poesia lo fa per studiare a fondo tutto quello che di lei aspetta con calma lì sul supporto bianco di carta. Nel primo caso vince invece l’emozione: chi ascolta la poesia lo fa per farla entrare dentro di sé, nelle sue vene e, solo attraverso – e dopo – di esse, nel suo cervello.