
(id.)
Genere: Commedia nera, drammatico, noir
Regia: Joel Coen
Soggetto e sceneggiatura: Joel, Ethan Coen
Cast: Frances McDormand, William H. Macy, Steve Buscemi, Peter Stormare
1996
98 min

Minnesota, inverno del 1987. Jerry Lundegaard, addetto alle vendite in un salone d’automobili, progetta di far rapire la moglie dai due psicolabili criminali Carl Showalter e Gaear Grimsrud per ottenerne un riscatto pagato da Wade Gustafson, suo suocero e ricco affarista. I due criminali, dopo aver rapito la povera donna, uccidono un agente della polizia stradale e due innocenti testimoni dando il via ad una sequela di sangue senza fine.
Dopo il deludente Mister Hula Hoop i fratelli Coen tornano a casa, nel Minnesota. Fargo è quel posto dimenticato da dio che ha solamente l’aria della provincia innocente. Coperto da una coltre di neve candida il paesino diventa scenario di orribili omicidi e mette in scena tutta la fragilità dell’uomo medio capace di meschini sotterfugi intenti a condurlo verso una sola e unica meta: il denaro.
Ecco allora che quei piccoli pezzetti di carta verde sovrastano il bianco dell’ambiente circostante, paesaggio alienante e desolato dove si muovono personaggi incapaci di coesistere, assoluti perdenti provinciali dallo stampo fumettistico. Lo sceriffo Marge si fa largo tra una folla di maschilisti, uomini bugiardi, sessuomani, miserabili e violenti e si eleva al grado più alto di donna. Madre (futura), moglie premurosa, collega tuttofare, ferma e coraggiosa con un corpo che solo apparentemente sembra costringerla alla resa. Quel pancione che dona al personaggio interpretato da una magnifica Frances McDormand un aspetto quasi celestiale.

William H. Macy interpreta Jerry, bugiardo nel vendere auto e soprattutto nel vendere sua moglie. L’americano umiliato che vede gli altri realizzarsi e per questo mette in moto un atto aberrante che lui stesso considera un errore, ma che non può fermare. Attacchi di ira e falsi sorrisi uniti a fughe improbabili che lo vedono in mutande al momento dell’arresto. Jerry è solo una costola staccatasi dal corpo di quel popolo rappresentato da Wade, suo suocero, il padre della donna rapita concentrato a trattare sul prezzo del riscatto. Le colpe degli adulti si misurano sempre e solo con la quantità di bigliettoni.

Il film si apre con una didascalia che presenta i fatti come realmente accaduti anche se lo spunto narrativo è solamente parziale, solo una piccola vicenda ha dato luogo ai fatti fittizi raccontati dai Coen che giocano sull’incredulità sfidando lo spettatore, diventando bugiardi per uno scopo ben preciso che è valore aggiunto del loro talento che mai prima di questo film avevano mostrato. Fargo è qualcosa di diverso. Sicuramente più realistico e senza paura, un film più classico rispetto ad una normale commedia nera. Mette in mostra una ferocia senza limiti e un umorismo tagliente senza mai mischiare il gusto del grottesco col racconto drammatico delle vittime. Il loro intento non è riuscire a vendere una storia, ma far sapere a tutti che la si può raccontare nel modo più strano possibile.

“There’s more to life than a little bit of money, you know. And here you are. And it’s a beatiful day. I just don’t understand it”
★★★★