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Fargo, quella che vedrete è una storia vera

Creato il 25 luglio 2014 da Nicola933
di Michele Giacci Fargo, quella che vedrete è una storia vera - 25 luglio 2014

(id.)
Genere: Commedia nera, drammatico, noir
Regia:
Joel Coen
Soggetto e sceneggiatura: Joel, Ethan Coen
Cast: Frances McDormand, William H. Macy, Steve Buscemi, Peter Stormare
1996
98 min

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Di Michele Giacci. Nel 1996 il mondo del cinema abbraccia in maniera definitiva il talento registico e narrativo di quelli che sarebbero diventati i fratelli più famosi della settima arte. Joel ed Ethan Coen a metà degli anni 90 realizzano Fargo, una delle più ciniche commedie nere di sempre.

Minnesota, inverno del 1987. Jerry Lundegaard, addetto alle vendite in un salone d’automobili, progetta di far rapire la moglie dai due psicolabili criminali Carl Showalter e Gaear Grimsrud per ottenerne un riscatto pagato da Wade Gustafson, suo suocero e ricco affarista. I due criminali, dopo aver rapito la povera donna, uccidono un agente della polizia stradale e due innocenti testimoni dando il via ad una sequela di sangue senza fine.

Dopo il deludente Mister Hula Hoop i fratelli Coen tornano a casa, nel Minnesota. Fargo è quel posto dimenticato da dio che ha solamente l’aria della provincia innocente. Coperto da una coltre di neve candida il paesino diventa scenario di orribili omicidi e mette in scena tutta la fragilità dell’uomo medio capace di meschini sotterfugi intenti a condurlo verso una sola e unica meta: il denaro.

Ecco allora che quei piccoli pezzetti di carta verde sovrastano il bianco dell’ambiente circostante, paesaggio alienante e desolato dove si muovono personaggi incapaci di coesistere, assoluti perdenti provinciali dallo stampo fumettistico. Lo sceriffo Marge si fa largo tra una folla di maschilisti, uomini bugiardi, sessuomani, miserabili e violenti e si eleva al grado più alto di donna. Madre (futura), moglie premurosa, collega tuttofare, ferma e coraggiosa con un corpo che solo apparentemente sembra costringerla alla resa. Quel pancione che dona al personaggio interpretato da una magnifica Frances McDormand un aspetto quasi celestiale.

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Norm, il marito di Marge, sembra essere il solo a distanziarsi dai demoni che affliggono gli uomini. Lui che è la vera donna di casa, insieme alla sua supermoglie, completa un quadro domestico lindo, accogliente, dalle poche parole ma dai semplici piaceri. Contrapposizione perfetta alla coppia di criminali che sembrano due sposini in crisi. Gaear vive per fumare e saziarsi di sesso e pancake, nel più assoluto dei silenzi, incurante delle leggi etiche e morali mentre Carl, impacciato, sboccato e fuori luogo pare non essere a proprio agio sulla soffice neve. Peter Stormare e Steve Buscemi vengono plasmati in quel paesino dai Coen con grazia e violenza al tempo stesso. Li vediamo sporchi muoversi nella neve e sciogliere la loro insensata e disumana violenza.

William H. Macy interpreta Jerry, bugiardo nel vendere auto e soprattutto nel vendere sua moglie. L’americano umiliato che vede gli altri realizzarsi e per questo mette in moto un atto aberrante che lui stesso considera un errore, ma che non può fermare. Attacchi di ira e falsi sorrisi uniti a fughe improbabili che lo vedono in mutande al momento dell’arresto. Jerry è solo una costola staccatasi dal corpo di quel popolo rappresentato da Wade, suo suocero, il padre della donna rapita concentrato a trattare sul prezzo del riscatto. Le colpe degli adulti si misurano sempre e solo con la quantità di bigliettoni.

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Il noir che incontra la commedia che incontra l’evasione. Sfuggire dalla routine e dalla povertà, cercare di cambiare la propria vita finendo per cambiare quella di tutti sporcandosi le mani ghiacciate col sangue di chi viveva e mai aveva pensato di dover sopravvivere. I Coen generano un umorismo delicatissimo, didascalico: i personaggi del tutto sinceri spiegano semplicemente la scena che si trovano di fronte. L’ingenuità che si fa violenza e che diventa norma in un mondo che vive di anormalità. Come l’eroe rappresentato da una poliziotta incinta o dai cattivi raffigurati come stupidi e distratti, del tutto impreparati alle reazioni della natura umana.

Il film si apre con una didascalia che presenta i fatti come realmente accaduti anche se lo spunto narrativo è solamente parziale, solo una piccola vicenda ha dato luogo ai fatti fittizi raccontati dai Coen che giocano sull’incredulità sfidando lo spettatore, diventando bugiardi per uno scopo ben preciso che è valore aggiunto del loro talento che mai prima di questo film avevano mostrato. Fargo è qualcosa di diverso. Sicuramente più realistico e senza paura, un film più classico rispetto ad una normale commedia nera. Mette in mostra una ferocia senza limiti e un umorismo tagliente senza mai mischiare il gusto del grottesco col racconto drammatico delle vittime. Il loro intento non è riuscire a vendere una storia, ma far sapere a tutti che la si può raccontare nel modo più strano possibile.

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Nessuno alla fine del film viene ricompensato, nemmeno Marge che non riesce a spiegare l’incontrollata folle natura dell’uomo, e lo ammette rimproverando Gaer, dopo averlo arrestato, come se fosse un bambino, il suo bambino che sta nascendo in un mondo bianco sporcato di rosso dall’anima nera dell’uomo soggiogata dal verde denaro.

“There’s more to life than a little bit of money, you know. And here you are. And it’s a beatiful day. I just don’t understand it”

★★★★


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