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Fasano 2012 è tempo di bilanci

Creato il 05 febbraio 2012 da Trame In Divenire @trameindivenire
Fasano 2012 è tempo di bilanci

Lello Di Bari

Video lettera per il consuntivo 2011 del sindaco Di Bari

Sul finire del 2011, nel tirare le somme dell’anno, il sindaco di Fasano si affida alla video lettera. A sentire l’intervento disponibile sul web, le opere pubbliche messe in atto nel 2011 sono la testimonianza di “un bilancio estremamente positivo” per la città.

L’attività della giunta si è concentrata essenzialmente nella realizzazione di opere finanziate da Area Vasta e Regione Puglia, interessando i borghi di Savelletri e Torre Canne. Lavori che hanno trascurato aree intermedie, come Forcatella, che, in assenza di un piano costa sono preda di ogni sorta di abuso. I termini per la presentazione del Piano Costa – 60 giorni a partire dal 26 ottobre, concessi dalla regione – volgono a scadenza e per la costa fasanese il rischio è il commissariamento da parte degli organismi regionali. Dimenticate le zone collinari, tra strade impraticabili e servizi precari come la raccolta rifiuti. Diverse le contrade invase dai rifiuti, tossici e pericolosi.

Che Savelletri avesse bisogno di interventi strutturali al porto, dopo quelli apportati al borgo, che Torre Canne meritasse altri e tanti interventi è fuori di dubbio. Il porto di Savelletri necessita da tempo di essere dragato. Basta una mareggiata a costringere i pescherecci in porto o al rientro difficoltoso per il fondale impraticabile. I verricelli non sempre riescono a recuperare i pescherecci incagliati alla fonda, costretti all’intervento di mezzi ben più potenti e costosi per il recupero.

Intanto, con la variante del nuovo molo, l’imponente braccio di cemento armato che è in opera, Savelletri vedrà sottrarsi la bellezza del mare lungo l’orizzonte sul quale si staglia la costa fino a Torre Canne e oltre.

Il mondo della pesca è in subbuglio. Da oltre un anno contesta un opera che metterebbe in ginocchio e per lungo tempo l’intero comparto. Mentre un molo in pietra può essere realizzato e rimosso pezzo per pezzo, il cemento armato necessita di interventi dirompenti. Difficilmente il nuovo molo eviterà danni all’ambiente marino. Le due località sono rinnovate e stravolte allo stesso tempo, spogliate dalla caratteristica tipica di un borgo marinaro del mediterraneo, trasformate in località turistiche dall’aspetto e dai toni piuttosto grigi, nonostante la scelta dei materiali.

Già due volte i lavori del nuovo molo sono stati interrotti dalla Capitaneria di Porto per disguidi burocratici e in seguito alle proteste del “Comitato per la tutela del borgo di Savelletri”. Pochi giorni fa, l’intervento della Soprintendenza dei Beni Archeologici, in seguito a un esposto in cui si denuncia la presenza di un relitto e di reperti risalenti al V sec. a.C., ha bloccato ancora una volta i lavori.

Il bilancio tracciato pare non tener conto del malcontento generalizzato e del disagio sociale che interessa la città. Il 2011 ha registrato due omicidi, l’impennata di furti e rapine con pestaggi e ostaggi di intere famiglie, non pochi casi di intolleranza. L’episodio dei primi di dicembre occorso agli ospiti adolescenti extracomunitari dell’istituto Canonico Latorre è l’ultimo tra i tanti.

I dati sull’occupazione basterebbero a comprendere una realtà che sfugge al sindaco. Tra le donne, nella fascia – quella più in crisi – da 45 a 55 anni, il 25% è senza lavoro. Circa 3500 donne, su una popolazione femminile di 13500 unità. Non meno gravi i numeri tra gli uomini con il 19% di disoccupati nella fascia di età da 45 a 55. Più di 2500 uomini, per lo più padri di famiglia a spasso. Incrociando i dati appare chiaro che, su una popolazione attiva (abili al lavoro) di 26800 unità e su una popolazione totale di circa 39000 abitanti, un quarto delle famiglie arranca dovendo campare alla giornata o di espedienti. In assenza di iniziative volte a risollevare l’economia locale e le sorti del lavoro, rarefatte sono le prospettive future. Ci si affida all’illusione di un impiego stagionale e precario, a meno di 1000 euro mensili a far fronte a ritmi di lavoro ben oltre le otto ore.

giuseppe vinci

Pubblicato su Largo Bellavista gennaio 2012 – anno 6 – n. 56


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