SEGRETO
DESTINATARIO: OSS (Algeri)
MITTENTE: OSS (Sicilia)
TITOLO: Note sulla situazione politica in Sicilia successiva all’occupazione delle Forze Armate [ Cfr. Nara, rg 226, s. 108, b. 111].
21 agosto 1943
Robert Capa, Palermo luglio 43
Il seguente rapporto è stato compilato da un membro del Partito d’Azione. Siamo in grado di confermare che tutti i fatti elencati corrispondono al vero. Al contrario, le opinioni esposte nella relazione sono da attribuire esclusivamente all’autore.
[…] A più di un mese dalla liberazione dell’isola, è spiacevole constatare che un forte sentimento di frustrazione ha iniziato a diffondersi tra la popolazione, che aveva accolto con entusiasmo le truppe che avevano sconfitto il fascismo sul campo di battaglia. Un evento, questo, che avrebbe dovuto condurre alla fine del fascismo nella vita pubblica, un regime che aveva alimentato il caos e il malaffare. Al giorno d’oggi, tuttavia, la gente è consapevole del fatto che fascisti continuano a mantenere le loro posizioni di potere grazie alle autorità alleate. […] Il colonnello Charles Poletti è arrivato a Palermo convinto di poter fidarsi dell’aristocrazia e del clero. Tuttavia, gli aristocratici sono sempre stati i promotori più accesi del fascismo in Italia e, soprattutto, in Sicilia. E’ stato il fascismo a dare loro una nuova speranza di vita e a difenderli dai pericoli della democrazia di massa. Per quanto riguarda i preti, […] essi rappresentano il nocciolo delle fazioni politiche locali e influenzano, con metodi reazionari, i partiti che aspirano a conquistare il potere. Ignoriamo se Poletti sia stato mal consigliato. Tuttavia, egli si è circondato di aristocratici e di membri della Chiesa cattolica. E’ il caso, ad esempio, del principe di Paternò, un nobile della Corte dei Savoia e un fascista convinto che ha ricevuto innumerevoli favori dal regime (ad esempio, concessioni per i rifornimenti alimentari in Libia); oppure del cardinale Lavitrano, che non ha certo a cuore gli interessi politici delle masse, bensì quelli del Partito Popolare. Gli intrighi di questa formazione hanno contribuito in maniera determinante al declino dei partiti democratici e all’ascesa del fascismo. […].
Un’altra grave questione è costituita dal cosiddetto “Comitato per l’Indipendenza della Sicilia”, che mira alla separazione della Sicilia dall’Italia. E’ superfluo dire quali potrebbero essere le conseguenze internazionali se tale evento finisse per avverarsi. Tale Comitato separatista, infatti, conta tra le sua fila elementi fascisti, aristocratici, latifondisti e un gruppetto di pochi illusi: tutti uniti per arrivare ad una Sicilia libera e indipendente. Sorto sotto pessimi auspici, questa formazione ha ricevuto un sostegno inaspettato dalle autorità americane. I capi del Movimento separatista intrattengono rapporti costanti con il Governo Militare Alleato (GMA), mentre i rappresentanti degli altri partiti (di ispirazione socialista e democratica) non sono stati in grado di stabilire alcun contatto con il GMA. Il motivo addotto è che questo non riconosce partiti o programmi politici. Ma non si comprende perché questa regola non si applichi ai separatisti, i quali non fanno che vantarsi dei loro rapporti con le autorità americane. A sua volta, il GMA è il principale responsabile per la crescita e l’espansione del movimento.
Non si capisce quale sia il beneficio che la politica internazionale statunitense possa ricavare dal sostegno al Movimento separatista, un appoggio che, nei fatti, si sviluppa in maniera ufficiale e pubblica. Ma c’è di peggio: gli incarichi più importanti sono stati affidati a uomini del separatismo sebbene questi appartengano alle frange più estreme del fascismo. Per esempio, al momento di scegliere una personalità per l’incarico di Commissario alle Derrate Alimentari (uno dei più importanti), il GMA ha nominato il cavaliere Placido Titi, un elemento noto per le sue attività speculative nell’ambito del mercato nero e per essere un fascista convinto e fidato. Prima della liberazione della Sicilia, egli era stato nominato consigliere del podestà di Palermo e ricopriva anche l’incarico di segretario provinciale del PNF. Ma Titi è un separatista.
Il professore Nicola Liotta è ancora il rettore dell’Università di Palermo, sebbene abbia ricoperto l’incarico di generale della Milizia fascista. Egli è personalmente responsabile della persecuzione scatenata ai danni di molti antifascisti, compreso il celebre luminare della medicina Maurizio Ascoli (sebbene di fede cattolica, aveva origini ebraiche). Ma Liotta è un separatista.
Il nuovo sindaco di Bagheria, l’ex vicesindaco Dragotta, è un fascista estremista ed ha preso il posto del podestà (che era invece un fascista moderato). Ma Dragotta è un separatista, come tutti i fascisti che vogliono essere protetti e perdonati per i loro crimini. L’episodio di Bagheria è solo uno tra i cento accaduti in molte altre città dell’isola dove i podestà sono stati sostituiti. Ma quasi ovunque ai sindaci fascisti è stato concesso di rimanere in carica, con l’obiettivo di continuare ad esercitare il comando e trasmettere al popolo l’idea che, dopo tutto, i padroni veri sono sempre i medesimi.
Questi sindaci, assieme ai loro amici e complici (e in collaborazione con i locali commissariati di polizia), continuano a spadroneggiare, a collocare i loro amici in posti di responsabilità ed a perseguitare gli onesti cittadini che non hanno mai nascosto i loro sentimenti antifascisti e la gioia per la vittoria alleata.
Occorre poi aggiungere che, se il PNF è stato sciolto, ciò non è accaduto per le organizzazioni parallele che costituivano l’ossatura dello Stato corporativo fascista. Ci si riferisce, in specie, alle corporazioni degli industriali, dei mercanti, degli agricoltori e degli operai e a tutti i settori nevralgici del potere fascista. I nuovi dirigenti sono stati nominati direttamente dal colonnello Poletti, e non tramite libere consultazioni realizzate tra gli aderenti alle suddette organizzazioni. Gli arresti ai danni di noti fascisti sono stati pochi. La maggior parte di questi elementi è stata successivamente rilasciata e ora circola liberamente. E’ il caso ad esempio di Luigi Mazzi, consigliere del GMA per gli Affari Internazionali, che continua a ricoprire la carica di presidente della corporazione (fascista) degli Artigiani. […].