Una volta superata la fase di psicodramma collettivo, carica di un sentimento di frustrazione legittimo, ma anche un po’ triste, “la Sinistra” italiana si è risvegliata dall’esito elettorale con un nuovo, forte, temibile nemico. Non la nemesi storica, quella che rubava voti che tanto “noi non vogliamo”, il Caimano, ma un altro nemico, uno che porta avanti istanze che la sinistra ha coltivato follemente per anni senza reprimerle, pensando che le facessero comodo o di poterle controllare: si tratta di un nemico che alla fine gli ha rubato dei voti. I suoi voti.
Come da copione, la risposta al fenomeno è stata la peggiore. Al di là della quantità di non lucide banalità sentite in questi giorni, non appagata da 20 anni di antiberlusconismo militante ed esclusivo, con annessi grandi risultati, “la Sinistra” ha deciso di utilizzare lo stesso metodo contro Beppe Grillo e il Movimento a 5 Stelle.
Ecco quindi che ovunque si vedono citazioni di Hitler/Grillo, paragoni con Mussolini, richiami a Chavez e compagnia cantante, fino a convincerci, solo tra di noi, che siamo quelli che comunque Grillo NON l’abbiamo votato, che costui è a) fascista b) un pericolo per la democrazia (Franceschini prepara l’Aventino!). Suona familiare?
Poi ecco che su Facebook iniziano a girare delle foto: ottime ricostruzioni grafiche in cui si mostrano i “nuclei familiari” di grillini (3, mi pare, in tutto) che hanno ruoli di rappresentanza nelle istituzioni italiane: PARENTOPOLI A 5 STELLE, ci diciamo: ma allora loro sono come noi!
Poi, oggi, per la prima volta, ho visto girare lo Screen-Shot da Google Maps della villa di Grillo. La costruzione sarebbe abusiva (mi sembra di aver capito) e troppo vicina al mare.
Poi c’è lo “scandalo” legato all’ex-militante leghista, ora capolista al senato per il M5S e poi ci sarà poi sicuramente qualcos’altro. Uscirà, prima o poi, la notizia che, che so, Casaleggio da giovane scriveva sui muri o che un grillino si è messo le mani nel naso e poi, chi sa, magari c’è uno del Movimento a 5 Stelle che diceva di avere una laurea e non ce l’ha.
Amici, noi perdiamo per questo. Abbiamo perso per anni esattamente per questo e perderemo con Grillo, per questo. E non è che stia dicendo che il fatto che Beppe Grillo controlli un Movimento politico come una caserma sia positivo, ma ragazzi, non credo neanche che tra 5 anni vedremo minoranze in partenza per campi di sterminio, non mi pare una grande argomentazione.
Quando la capogruppo alla Camera del M5S, Roberta Lombardi, dice le cose che dice sul fascismo, io sono molto preoccupato per il dilettantismo che si cela dietro simili dichiarazioni, penso piuttosto che quelle ignoranti e stupide affermazioni NON ci porteranno a galoppare verso a un nuovo ventennio, ma che indichino che avremo in parlamento dei gran cretini. E poi i nuclei familiari: ragazzi non è una strada che ci conviene perseguire quella (Fassino e Signora anyone?!) o che di per sé rappresenta un problema per la democrazia (diversamente da chi nomina nelle municipalizzate amici e parenti). E la villa di Grillo? Pensate che chi ha votato M5S vedendo quella foto si indignerà e tornerà nel caldo e soffice ovile “della sinistra”? Sono queste le cose che li hanno spinti a non votarci più?
Io non penso, anzi credo che gli elettori si recuperino solo lavorando sui contenuti ed evidenziando che se da una parte c’è competenza e responsabilità dall’altra ci sono dei dilettanti, incompetenti, allo sbaraglio. Lo pensavo ai tempi dei governi Berlusconi e lo penso, a maggior ragione, oggi, in questo contesto.
Quindi si provi ad andar a chiedere loro cose banali tipo: cos’è la politica monetaria? cos’è la politica fiscale? Mi dite per favore come funzionano i contratti collettivi? Per favore, mi potreste dire quali sono le competenze del parlamento e quelle dell’esecutivo? Quale riforma del lavoro vorreste portare avanti? Mercato flessibile o rigido?
Non sapranno rispondere. I voti si guadagnano così, evidenziando che loro non sanno e noi non solo sappiamo ma proponiamo questo, quello e quell’altro. Non si vince trattando Grillo come un Gasparri qualunque: quella, piuttosto, è la strada migliore verso un decennio a 5 stelle.
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