By Ignazio Mania
Quando l’illustrazione diventa arte e moda
Sempre in bilico tra consacrazione e oblio, spesso considerata come un’arte minore, l’illustrazione di moda solo recentemente è riuscita ad emergere ottenendo quella considerazione e quel posto privilegiato che merita, al pari delle altre arti visive.
Dimenticata a seguito della prepotenza con cui si è imposta la fotografia negli editoriali già a partire dagli anni ’30, è successivamente ritornata in auge grazie alla collaborazione tra artisti e stilisti, come esempio di sublimazione del lavoro del designer.
L’artista, attraverso l’uso di acquerelli, chine, matite, aerografi o tecniche più innovative come il graphic design, riesce a valorizzare l’abito senza quelle restrizioni che la tecnica fotografica a volte impone. Così, sottolineando un dettaglio o evidenziando un particolare, l’illustratore inquadra l’idea, l’intuizione dello stilista ed esalta le creazioni e gli elementi inconfondibilmente iconici di ciascun marchio.
Egli, svelando attraverso l’arte anche la sua personale visione della vita, trascina l’osservatore nella narrazione di un racconto che non necessita di parole e che richiede solo un po’ di fantasia.
Non si tratta di un esercizio tecnico né di una documentazione meramente didascalica, ma di una forma d’arte che carica di intensità e suggestione ulteriore l’idea originaria dello stilista già di per se stessa incisiva.
È stata sicuramente la fortunata liaison tra Christian Dior e René Gruau a rendere nota la tecnica dell’illustrazione a livello mondiale. Definito come il predecessore della moderna pubblicità, Gruau (1909-2004) ha senza dubbio contribuito in misura rilevante a rivestire il marchio di quell’allure che tuttora continua indiscutibilmente a mantenere. Influenzato dall’arte giapponese classica e dagli schizzi di Toulouse-Lautrec ha donato all’industria della moda quello splendore che prima di allora non era riuscita ad ottenere.
Più recentemente è Hiroshi Tanabe che strizza l’occhio all’ Oriente. Ereditando le tecniche tradizionali della xilografia giapponese crea, in un’ottica di ipersemplificazione, tramite grafismi netti e puliti, illustrazioni inimitabili per raffinatezza ed eleganza.
Diverso è l’approccio del giovane graphic designer e digital artist Ignasi Monreal che attraverso le sue illustrazioni, al confine tra realismo e surrealismo, con un twist di comicità racconta storie incantate in cui il protagonista è il capo d’abbigliamento.
Invece, risulta più concettuale il lavoro di Lotty Rose. L’illustratrice con poche pennellate realizza disegni, il più delle volte contaminati da materiali cartacei e tessili, che ridefiniscono gli equilibri tra le proporzioni e le dimensioni, creando figure a tratti astratte e quasi biomorfiche.
Di Ignazio Mania
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