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Fashion Works: Regista di Sfilate

Creato il 11 ottobre 2010 da Plusg

Roberto

Buon inizio settimana a tutti! Oggi vi vogliamo portare nel magico mondo delle sfilate… Vi siete mai chiesti cosa ci voglia per allestire una passerella, per coordinare le modelle, per far si che durante l’evento tutto “sfili” liscio? Oggi vi daremo tutte le risposte!

For english readers, please use the translator on the side because the interview is too long to be posted in both languages.

Presentati!
Roberto Muscinelli, classe 1961, architetto di formazione, regista per vocazione.

Come sei arrivato a fare questo lavoro?
Di fatto non c’è una scuola specifica, o almeno non c’era negli anni della mia formazione. A fine anni 80 inizi 90 ho lavorato con un mio carissimo amico, Angelo Jelmini, insieme al quale progettavo le scenografie delle sfilate per una importante casa di produzione, a quei tempi di registi ce n’erano pochi e così ho avuto i primi contatti con questo mondo accellerato. In situazioni quasi casuali ho fatto assistenze alla regia per sfilate di grandi nomi come Versace, Mila Schon, Ferragamo, ecc ma a quei tempi ero solo una briciola all’interno di una macchina molto complessa e tecnicamente incasinata. Oggi sotto sfilata c’è ancora molta confusione ma i ruoli dei vari attori in gioco sono molto meglio definiti di allora. Successivamente ho lavorato per 12 anni come socio di una grossa agenzia di PR e media relations specializzata nel mondo dell’informatica. All’interno dell’Agenzia mi occupavo degli eventi che andavano dalla semplice conferenza stampa a ben più complesse convention e presentazioni di vario genere, passando naturalmente dalla progettazione di architetture effimere come stand e le scenografie da convention che comunque resta tutt’oggi una parte importante della mia offerta professionale (regista-progettista). Poi come spesso succede tra soci, è finito l’innamoramento e sono uscito dall’agenzia nel 2004 ed è da allora che viaggio da solo al servizio di agenzie, aziende, service tecnici e di tutti coloro che abbiano la necessità di qualcuno che metta insieme i pezzi per loro conto e che quindi li renda più liberi di gestire il rapporto con il cliente finale.

Raccontami il tuo lavoro, ovvero cosa fa un regista di sfilate?
Io in realtà mi propongo e sono conosciuto come regista di “eventi” che ormai è diventata una brutta parola perché anche vendere gelati con il triciclo in spiaggia è diventato un evento. Ma non c’è altro modo per definire tutte quelle iniziative che vanno dalla presentazione di prodotto alla convention aziendale, dalla celebrazione di un anniversario (sempre di aziende naturalmente) alla cena di gala. Naturalmente tutte situazioni in cui una figura come il regista è necessaria per “tenere le fila” di tutto ciò che accade e deve accadere.Io specifico sempre di essere un regista di eventi perché ritengo che sia una figura profondamente diversa da un regista video o di cinema che hanno altre competenze e altro tipo di formazione. Soprattutto subiscono altri tipi di pressione. Il regista di eventi opera sempre in diretta in situazioni in cui la prima è buona, non ci sono ciak o break pubblicitari, una volta che l’evento parte, non si torna più indietro e tutto deve funzionare alla perfezione e se non funziona sono veri problemi… per non dire altro. Facile capire perché ho i capelli bianchi, immaginate la pressione quando si deve andare in onda con un evento in cui oltre a contributi video da mandare in onda ci sono cabarettisti e cantanti e talk show e altro e per i quali si sono potute effettuare solo un paio d’ore di prove perché gli orari della location non lo permettevano, perché il cliente non voleva pagare un giorno in più di noleggio, perché le tecniche non erano pronte fino a una cert’ora, ecc. Partendo dal presupposto che le prove sono fondamentali, negli eventi sono sempre eseguite al limite dei limiti del tempo a disposizione. Il mio sogno sarebbe avere più tempo, ma è un sogno.

Di fatto una sfilata non è che un evento di presentazione del prodotto moda. Ovviamente ha una serie di meccanismi propri molto caratteristici e specifici ma di fatto alla fine di tutto si tratta sempre di gestire bene persone, tecniche, attività e tempi. Spesso mi piace dire che per lavoro “scrivo scalette” infatti questo è lo strumento fondamentale che consente al regista, al cliente, ai tecnici (audio, video, luci, IT) e a tutti gli attori in campo di sapere cosa accade in un determinato momento, o meglio ancora, cosa accadrà tra 2 secondi, 5 minuti o anche 2 ore. Cerco sempre di trasmettere alle persone che mi stanno intorno di pensare avanti, cioè non a ciò che sta accadendo adesso, perché questo avrà una conseguenza. Pensare a questa conseguenza ci consentirà di prevedere eventuali problemi, ideare delle soluzioni oppure evitarli e così via. E’ banale dirlo ma la regia sta sempre davanti a ciò che sta accadendo di almeno un paio di minuti. Tra le varie attività che deve svolgere il regista c’è la scelta della musica: ci si affianca a un sound designer (un dj o un compositore musicale, comunque uno che ne sa di musica) per selezionare la colonna sonora di una sfilata ma anche di un evento in linea con il briefing del cliente che normalmente ha sentito dei pezzi a New York che nessuno ha mai sentito, oppure ti chiede un “chillout un po’ rock con inflessioni di punk metropolitano…”. Fatta la selezione si va in showroom, si propongono i pezzi al cliente e ci si mette l’animo in pace perché di norma sono necessarie almeno 3-4 riunioni prima che finalmente sceglierà… il primo pezzo che gli avevamo fatto sentire! (storia vera). Poi c’è la ricerca dell’emozione, quella componente dell’evento che genera il ricordo e che è fatta di sensazioni visive, auditive, olfattive (si fanno anche eventi in cui, mediante diffusori speciali, vengono rilasciate delle essenze negli ambienti), a anche gustative. Poi ancora si lavora sulla qualità delle luci, sui momenti specifici della sfilata che sono banalmente l’inizio e la fine. Si lavora sempre in affiancamento allo stilista e il suo staff per decidere come fare la sfilata che spesso ha dei temi, oppure la necessità di fare uscire alcune indossatrici insieme, oppure ancora richiede dei punti di stop specifici. Bisogna dare il briefing alle modelle prima della sfilata, rigorosamente in inglese, si fa la prova generale della sfilata (di norma circa un’ora prima della sfilata stessa per fare in modo che le modelle ci siano tutte), si gestiscono gli isterismi da backstage in cui operano truccatori, parrucchieri, manicuriste, vestiariste, caller, stylist, sarte, amici e parenti e modelle, tutto con le loro esigenze specifiche…e poi pronti via si parte.   Descrivimi una tua giornata tipo.
Posso descrivere una giornata tipo sotto evento perché oggi per esempio sto scrivendo queste risposte e a parte una grande fatica di battitura non sto facendo molto…(aha!). Scherzi a parte, il bello di questo lavoro è che non esiste una giornata tipo. Sotto evento è normale che ci sia un’enorme accelerazione di tutto, si fanno e ricevono decine e decine di telefonate al cliente, ai fornitori, ai collaboratori e a tutti quelli che ruotano intorno all’evento creando una  sorta di “girandola” virtuosa in cui tutti sanno di dover convergere verso un obiettivo comune definito dal luogo e dall’orario di inizio evento. Di fatto io seguo una metodologia di controllo e ri-controllo di tutto costantemente. In questo lavoro non bisogna mai dare nulla per scontato, anche le cose che sembrano più semplici. Per una cena non mi basa sapere che i tavoli abbiano un “tovagliato” voglio sapere colore, materiale, lunghezza, dimensione dei tavoli, forma delle sedie, ecc. Lo stesso vale per la scenografia di sala, siamo certi che verrà come il progetto che ha approvato il cliente? Chi è l’allestitore? E’ adeguato per quel tipo di allestimento? Perché come per tutti i lavori c’è allestitore e allestitore e c’è service e service e catering e fotografo e così via. Quando posso scegliere tendo a lavorare con un gruppo di fornitori con i quali lavoro da anni e con i quali bastano poche parole o anche solo sguardi per capire cosa vorrei e come lo vorrei. Ma molto spesso mi trovo a dover lavorare e gestire e coordinare fornitori che sono stati scelti direttamente dal cliente (che sia l’agenzia di eventi o l’azienda direttamente). In questi casi non ho nessuna preclusione (a meno di trovare veramente dei comprovati incompetenti), ma certamente vale l’esperienza per cercare di capire fino a dove possono arrivare e cosa gli si può chiedere. Bisogna costruire subito un buon rapporto di reciprocità, se io percepisco che sei competente avrai la mia fiducia, naturalmente questo assioma è a due vie, molto spesso se un fornitore percepisce che sai di cosa stai parlando avrà da subito rispetto per le tue idee e proposte. Io faccio dell’attenzione verso le persone il mio vero valore aggiunto. Nei miei piani di produzione sono sempre comprese le pause pranzo, gli eventuali montaggi in notturna, gli orari di fine lavoro. Sembra scontato ma non avete idea di cosa si trova in giro. Per alcune aziende il grande evento è l’occasione perché alcuni personaggi si sentano liberi di uscire dal loro grigio ufficio e fare e disfare a piacimento, alcuni ritengono i lavoratori dei service dei semplici lacché al loro servizio, siccome non è così, bisogna mettere dei paletti e dei limiti chiari per tutti. E’ più serio dire al cliente che arriva a sorpresa per le prove alla 9 di sera che i ragazzi sono in pausa che tenere lì le persone ad aspettare un cliente, magari senza mangiare, fino a ore impossibili.   Dimmi un aspetto positivo e uno negativo di questo lavoro Positivo: è inevitabilmente e sempre diverso, anche rifare esattamente uno stesso evento un giorno con l’altro pone problematiche (meglio soluzioni) sempre diverse. Non ci si annoia mai. Negativo: quando sei sotto evento non esistono più orari e nemmeno la tua vita privata, in nessun modo. Per un padre di famiglia come me, ho due figli, alle volte pesa un po’. Per fortuna ho una moglie che definisce una missione stare con me e che mi ha sempre aiutato anche se, voglio sottolinearlo, lavora anche lei e quindi si tratta sempre di trovare complessi incastri temporali.   Raccontami un aneddoto curioso. Ne ho a tonnellate di aneddoti. Sulla mia agenda ho una lista molto lunga che un giorno mi piacerebbe tradurre in un libretto “easy” perché nel raccontarle si esorcizza il vero dramma delle situazioni vissute. Faccio qualche esempio veloce: un cliente una volta mi ha chiesto la dimensione delle foglie di lattuga presenti nelle tartine con “vellutata di ceci all’arancia su letto di lattughina…”, era una persona decisamente incompetente ma dopo un’accesa discussione in cui ha insistito, le ho dovuto dare le misure in centimetri! Poi non ha più detto niente. Un’altra volta in convention durante la messa in onda di un video si sono accese le luci di sala di un albergo perché una signora ospite che doveva andare in bagno (si certo, in mezzo alla messa in onda del video, non poteva aspettare) le ha accese come se fosse a casa sua! Oppure un’altra volta che una signora delle pulizie ha staccato la presa di corrente generale di tutta la regia per attaccare i suo aspirapolvere! Ma ce ne sono tantissime altre…   Una domanda un po’ impertinente, ma doverosa.. e’ un lavoro remunerativo? Risposta impertinente: ni. E’ un lavoro che mi piace tantissimo e che mi consente di vivere adeguatamente, ma non sono particolarmente ricco. Che caratteristiche dovrebbe avere una persona per poter diventare regista di sfilate? (ovviamente oltre alle competenze scolastiche) Prima di iniziare, accumulare esperienza, sapere un po’ di luci, video, audio, allestimenti, catering, ecc. E poi molta pazienza, molta diplomazia e soprattutto molta capacità di ascoltare, tutto  e tutti.
Consiglieresti questa carriera al tuo migliore amico?
Certamente no perché aumenterebbe la competizione che è già molto forte.   Grazie mille Roberto! Alla prossima settimana!

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