non sono morta, rincuoratevi.
In queste settimane di astensione da blog, canali e social networks sono stata parecchio impegnata in una ricerca oserei dire esistenziale.
Ecco sì, il problema è che non sento il Natale.
No non vi sto propinando qualche stronzata alla non c'è più il Natale di una volta, ora è tutto consumismo, si stava meglio quando si stava peggio. No.
Io nel consumismo natalizio ci sguazzavo allegramente, sino a dodici mesi fa, senza crearmi problemi di sorta.
Non è un problema etico, è proprio un problema di perdita d'identità. Il fanatismo per il Natale era una caratteristica che mi rendeva Elena, come truccarmi, come cucinare, come ascoltare Guccini.
Mi sento esattamente come - credo - mi sentirei se un giorno mettendo su un cd di Guccio pensassi oddio, che è 'sta schifezza? Sacrilegio.
Vi lascio qualche foto delle settimane appena trascorse e della mia disperata ricerca del Natale.
Rituali coniugali: lunedì sera al Drunks
Regalo di Marco, il regalo più bello del mondo.
E' stato un passo avanti ma non ci siamo ancora.
Il tetto di un posto in cui siamo stati a sentire un concerto.
Indiscutibilmente bello.
La birra non è natalizia ma manco per il cazzo.
Altro regalo del sig. Mess: un sacchetto natalizio pieno di roba Kinder.
8 dicembre passato a Bagheria a casa del consorte: dopo aver mangiato e bevuto tutti insieme io e Marco siamo
scesi a dare un'occhiata a quel che succedeva per strada.
La processione è stata molto bella: lo sapete, non guardo a questi eventi con occhio religioso ma da grande amante delle
mie tradizioni e della mia cultura non posso che apprezzare.
Non è bello perdere pezzi di sè. Soprattutto quando a toglierteli è gente che non merita nulla e della quale faresti volentieri a meno.
Buon Natale.