Magazine Cinema

Father and daughter

Creato il 04 gennaio 2012 da Misterjamesford

Father and daughterRegia: Michael Dudok De WitOrigine: OlandaAnno: 2001Durata: 8'
La trama (con parole mie): un padre ed una figlia, in bicicletta, raggiungono la cima di una collina accanto a un lago. Il padre saluta affettuosamente la figlia prima di prendere il largo a bordo di una piccola imbarcazione ormeggiata.La piccola fa ritorno il giorno seguente, ma non vi è più alcuna traccia del genitore.E così lei continua a fare visita alla riva, mentre il tempo scorre e gira, come la ruota di una bicicletta.D'un tratto, il lago sarà una distesa d'erba, e la bambina un'anziana signora.
Father and daughter
Prima di cominciare, doverosa la citazione di Eraserhead, che mi ha permesso di scoprire questa piccola meraviglia.
Sarà davvero difficile, scrivere a proposito di questo gioiellino d'animazione.Difficile perchè potrebbe richiedere molto più tempo - di lettura, oltre che di scrittura - rispetto a prendersi otto minuti per immergersi in una delle riflessioni sulla vita più intense che mi sia capitato di osservare dall'epoca del fulminante incipit di Up!, che, a posteriori, pare avere raccolto l'eredità di questa piccola meraviglia spostando il suo baricentro dal rapporto tra padre e figlia a quello che si stringe tra i componenti di una coppia.Quello che posso dire è che il lavoro di Dudok De Wit è straordinario per il suo senso del ritmo e la costruzione di una riflessione per immagini da scuola del Cinema, in grado di trasformare, come detto, il tempo di narrazione in Tempo nel suo più profondo ed universale significato: le ruote della bicicletta che girano paiono divenire di colpo una macchina da "ritorno al futuro" in grado di portare noi spettatori dai pochi minuti della durata della visione ad una panoramica su una vita intera, che scorre con placida lentezza, eppure inesorabilmente in fretta, come sabbia tra le nostre dita.Nel reiterarsi del gesto della bambina che cresce e diviene prima ragazza, dunque donna, e da qui madre e poi di nuovo piccola e minuta, incerta e timorosa come solo una persona anziana può somigliare ad una - di nuovo - bambina, in questo suo far visita al luogo in cui il padre è uscito dalla sua vita troviamo significati ben più grandi di quanto si possa descrivere in parole che potrebbero rubare più tempo - e Tempo - della visione, e in questa ritualità struggente e delicata un rifugio quasi magico, che per quanta malinconia possa riversare sullo spettatore non risulta mai davvero triste.Tutto questo perchè triste non è l'evoluzione della nostra vita, fatta di distacchi traumatici così come di conquiste uniche, bensì intenso, anche nell'apparentemente immobile tranquillità di una passeggiata in un pomeriggio d'estate, accanto al proprio padre: in un Tempo che pare un sospiro, ci ritroveremo dall'altra parte, con nostro figlio di fronte.Per poi vedere suo figlio con lui.E scoprire che è un testimone che passa, un ciclo perenne che non sapremo mai se avrà un seguito, ma che importa si sia compiuto qui, ora.Quando il Tempo si piega al nostro volere.Perchè, per quanto lui ci comandi, non resiste al nostro controllo.Un pò come quando siamo davanti ad uno schermo.E mentre il tempo scorre, scopriamo di aver compiuto un viaggio incredibilmente più lungo di quanto non ci sia sembrato attraverso piccoli passi.E resta il Tempo.L'unico vero antagonista della nostra grande avventura.
MrFord
"Ch-ch-changespretty soon you're gonna get a little oldertime may change mebut I can't trace time
I said that time may change mebut I can't trace time."David Bowie - "Changes" -


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :