FATTI E LIBRI: Il miglior amico dell’uomo e i racconti di Mauro Corona

Creato il 04 marzo 2013 da Ilibri

FATTI E LIBRI: Il miglior amico dell’uomo e i racconti di Mauro Corona

Molti fatti di cronaca hanno per protagonista il miglior amico dell’uomo: recentemente, mi ha commosso il cane che aspettava invano la sua padrona; parimenti la mia ammirazione si è indirizzata sia verso animali-eroi che compiono imprese di grande altruismo, sia verso esempi di una fedeltà, rara nel genere umano, in virtù della quale alcuni animali coprono distanze enormi pur di tornare dai loro padroni.

Nella raccolta di racconti intitolata "Cani, camosci, cuculi (e un corvo)", Mauro Corona trae spunto dal miglior amico dell’uomo – da lui come da altri animali – per esprimere il suo amore per la natura, che spesso si propone all’uomo come esempio di sensibilità e di generosità.

La natura rappresentata in questi racconti è tutt’altro che idilliaca e idealizzata: a volte è cruda (“… Sventrammo il capriolo e gettammo le interiora al cane, che le divorò in un lampo”), a volta è insidiosa (“I cani così detti da sangue sono quelli che entrano nelle tane di volpi, martore, marmotte e tassi e non escono se non con la preda tra i denti”), ma sempre è pura. Mentre l’uomo (“Dei cani bisogna fidarsi, degli uomini no”) adultera ciò che lo circonda e si distingue per mancanza di rispetto ed egoismo. Causando danni incalcolabili, come la tragedia del Vajont, e interpretando atti vigliacchi come l’abbandono degli animali.

Mauro Corona, in questa come in altre opere, è un autore anticonformista (“A quel tempo non sapevo che la Duna era bersaglio di battute al vetriolo da parte di fighetti il cui unico capitale intellettivo è la banalità dei luoghi comuni”) e sincero (“Anch’io, a volte, ci dormivo insieme al cane. Quando le risse coniugali mi facevano sbattere la porta di casa e aprire quelle dell’osteria, smaltivo la sbornia e la notte coricato sulla Duna”), lontano dalle mistificazioni del progresso, alla continua ricerca dello spirito essenziale di un mondo soffocato dalle sovrastrutture.

Bruno Elpis

  


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