FATTI E LIBRI: La tragedia greca (Antigone di Sofocle) e la tragedia italiana
I recenti risultati elettorali hanno prodotto una situazione di ingovernabilità che lascia sgomenti e preoccupati i cittadini italiani. La situazione politica rischia di aggravare la terribile crisi economica che ci attanaglia e il tema della riforma della legge elettorale si ripropone più attuale che mai.
In questo clima, alcuni tragici episodi sono la spia di un malessere profondo che trova sbocco soltanto nella follia.Gli italiani assistono interdetti ai balletti e ai giochi delle poltrone dei politici e, di fronte a tanta inconcludenza, si interrogano su questioni sostanziali e vitali, rilevando lo scollamento tra bisogni reali da un lato, leggi dello stato e interessi della casta dall’altro.
Molti secoli fa, nel V secolo avanti Cristo, la tragedia greca di Sofocle rappresentò il tema del conflitto tra legge morale (divina o interiore che sia) e legge dello stato: nell’Antigone. L’eroina greca decide di dare sepoltura al cadavere del fratello Polinice contravvenendo al divieto imposto dalla volontà del nuovo re di Tebe, Creonte. A causa di questa disobbedienza viene imprigionata in una grotta. Per effetto delle profezie dell’indovino Tiresia e delle suppliche del coro, Creonte decide tuttavia di restituirle la libertà, ma Antigone nel frattempo si è impiccata. Causando il suicidio di Emone, figlio di Creonte e promesso sposo di Antigone, e di Euridice, moglie di Creonte.
Il mito di Antigone è stato ripreso in diverse epoche, di volta in volta adattato come metafora da riferire alla situazione storica del momento. Un esempio su tutti: l’Antigone del drammaturgo francese Jean Anouilh fu composta durante l'occupazione nazista e fu elaborata in modo da superare la censura; viene letta come appello all'insurrezione contro l'occupante e, nel conflitto fra Antigone e Creonte, viene intesa come dialettica fra gli ideali della resistenza francese e le ragioni del collaborazionismo.
E adesso, nella tragedia italiana, chi ci prova ad adattare l’Antigone alla situazione dei nostri giorni?
Bruno Elpis