L’inchiesta, costituisce, soprattutto, «un freno allo sviluppo del paese». A portare i finanzieri a scoprire la nuova truffa è stata una verifica fiscale ad una concessionaria di auto di Sondrio che in quattro anni aveva sviluppato un giro d'affari di 40 milioni. Spulciando i registri contabili, i militari si sono imbattuti in un'organizzazione in grado di mettere in piedi le cosiddette “frodi carosello” attraverso un vorticoso giro di fatture false per centinaia di milioni.
Un fenomeno, quello delle fatture false, che lo stesso Di Paolo ha definito tra i più «insidiosi e diffusi» tra quelli utilizzati per truffare lo Stato. Sia per l'entità delle cifre in gioco sia perchè‚ vede spesso coinvolti professionisti, consulenti ed esperti all' apparenza insospettabili.
Basti pensare - ha spiegato al Parlamento il comandante della Guardia di Finanza - che ogni anno, negli ultimi cinque, le Fiamme Gialle hanno denunciato per fatture false 5.500 persone, responsabili di aver evaso 2,5 miliardi d'Iva ogni anno. L'organizzazione scoperta dalla Guardia di Finanza di Sondrio agiva su due livelli: nel primo, secondo le indagini, c'erano 3 concessionarie di auto con sede nelle ricche province di Lodi, Mantova e Treviso all'apparenza regolari e gestite da imprenditori che finanziavano le frodi e immettevano le auto sul mercato lecito. Al secondo livello operavano invece 16 società il cui unico scopo era quello di fare da intermediario nell'acquisto dei veicoli da parte dei concessionari, in modo da frodare l'Iva.
Ognuna di queste società, hanno ricostruito i finanzieri, ha omesso ogni tipo di dichiarazione e versamento fiscale. Di fatto le auto non si muovevano mai fisicamente, ma venivano fatturate più volte. Così facendo i concessionari riuscivano ad avere auto a prezzi vantaggiosi, che rivendevano a loro volto a prezzi illecitamente competitivi.
Al termine dell'indagine, che vede 83 persone indagate, il Gip del tribunale di Sondrio ha emesso 11 provvedimenti di custodia cautelare (8 in carcere e 3 ai domiciliari) nei confronti di altrettanti soggetti, tra cui un direttore di una banca della provincia di Brescia. Sequestrate anche beni per oltre 7 milioni tra cui una lussuosa villa con piscina, un capannone industriale, oltre 50 tra Porsche, Jaguar, Bwm e Land Rover, conti correnti, titoli e preziosi.
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