Bene.
Di solito quando una donna comincia con “Bene.” stanno per cominciare i guai.
Ho avviato i lavori preparativi per il mio progetto di disegnare animali-uomo e se volessi prendere per vero il detto “chi ben comincia è a metà dell’opera” dovrei dire che mi conviene ricominciare da capo. La situazione è questa: per prima cosa ho fatto un po’ di brainstorming. L’accostamento del corpo umano al volto animale mi fa saltare alla mente alcune questioni che vi avevo già anticipato, come le teorie della fisiognomica, le maschere (carnevalesche, circensi o “modaiole” che siano), la polarità predatore-preda. Aggiungiamo tutta una serie di personaggi fantastici e mitologici ibridi, come il Minotauro, Medusa, le sirene, le arpie; personaggi che spesso vanno a incarnare in figure semibestiali quelle tipologie di negatività, di male che appartengono propriamente all’uomo: potere, avidità, vanità, vendetta ecc… Oppure satiri e fauni, personaggi semi divini la cui animalità ci ricorda la profondità e la sacralità della vita della Natura: riguardo queste figure non è in questione la loro parte animale, ma piuttosto quella umana. Dovendo decidere un titolo per questo progetto, ho scelto questo riferimento preferenziale, ma non sono certa che imboccherò dirittamente questa via.
Un’ altra serie di idee mi viene dalla filosofia e da quell’adagio ormai proverbiale che è “homo homini lupus”. Dall’Asinaria di Plauto arriva a Hobbes e ci tuffa nella teoria politica in particolare nella biopolitica (altra moda attuale). Mi viene in mente Elias Canetti e il suo Massa e potere e la sua “muta di caccia”: la più remota unità dinamica conosciuta fra gli uomini, che sta all’origine della massa. Mi vengono in mente le raffigurazioni medievali della “caccia infernale”, un tema mitologico, fortemente simbolico, nella quale si descrive una furiosa battuta di caccia le cui prede sono anime dannate. Una delle prime versioni di questo tema è intravisto nel mito di Atteone, uomo mutato in cervo da Diana per aver violato con lo sguardo le sue nudità, inseguito e sbranato dai suoi stessi cani.
“Si, ma”, direte voi,”non tergiversare in chiacchiere. Vuoi fare una rubrica di scarabocchi o di voli pindarici?”. Ecco arrivati al mio “Bene.” Ho provato anche a buttar giù un mezzo schizzo su una testa di cervo, tanto per vedere come potrebbe essere montata su una figura maschile.
Devo dire che non va proprio bene bene… E’ chiarissimo che non sono a mio agio: il tratto è scomposto, insicuro, infelice…
Preso atto di questo, penso che la cosa davvero più urgente non sia tanto scremare e sviluppare le tematiche teoriche, ma acquisire una certa spontaneità nel disegno delle figure animali; fare in modo che i tratti di un muso possano rientrare in quell’insieme magmatico di linee che compare quando richiamo alla mente figure più vicine alla mia abitudine. Rendere il tratto morbido, spontaneo e fluente, come in quest’ultimo lavoro sul corpo maschile (corpo che, come sempre, è senza testa).
Rubrica Scarabocchi