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Fausto maria pico e la scomparsa del marxismo

Creato il 26 giugno 2014 da Bernardrieux @pierrebarilli1

pipìpepè                 popò                           papà                                         pupù        
Scavando nei ricordi, obbligato da questo "Omaggio a Toti Scialoja" poeticamente rivisitato da Fausto Maria Pico,   mi ritrovo sballottato tra  "Canzone per bambini" - pipì pepè...- di Aurora Cileberti Tallone e  il "To be, or not to be" di Shakespeare.
Mi spiego.
E' gioco da bambini spostare, aggiungere, sottrarre e sostituire le lettere che compongono una parola, per crearne di nuove cercando le parole che fanno rima; da grandi questo gioco è un modo di raccontare una storia.  Toti Scialoja, ad esempio,  prende Carducci (Il bove e Pianto antico) e: T’amo, o pio bue! / Anzi ne amo due.
Rimane Shakespeare. Fausto Maria Pico -  il poeta è un fingitore - omaggia Scialoja;  in realtà se  la prende con la tecnologia, anzi con l'uso che ne viene fatto: ecco,  volteggiano i corvi, la nuova goventù parla con una scatola - telefonini, tablet...niente materia, tutto virtuale-   come l'Amleto  shakespeariano del "To be or not to be",  parla con un teschio.
Insomma, come il Pasolini della "scomparsa delle lucciole", per Fausto Maria Pico c'è un prima e un dopo la scomparsa delle cabine telefoniche pubbliche e con loro, sarà un caso, è scomparso poeticamente pure il marxismo.
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