Dimenticavo, qui si parla dell'ultima fatica di Fausto Maria Pico, "EXILIS LIBER" Book Editore-Poesia, la cui presentazione è data per imminente (vi terremo informati).
Fuori sacco, avendo già scritto un commento dell' "Omaggio a Toti Scialoja", lo riproponiamo anche con un filmato.
E' gioco da bambini spostare, aggiungere, sottrarre e sostituire le lettere che compongono una parola, per crearne di nuove scegliendo quelle che fanno rima; per il poeta, questo gioco è un modo di raccontare una storia. Toti Scialoja, ad esempio, prende Carducci (Il bove e Pianto antico) e: T’amo, o pio bue! / Anzi ne amo due.
Rimane Shakespeare. Fausto Maria Pico omaggia Scialoja; in realtà - il poeta è un fingitore - se la prende con la tecnologia, anzi con l'uso che ne viene fatto: ecco, volteggiano i corvi, la nuova gioventù parla con una scatola - telefonini, tablet...niente materia, tutto virtuale - così come l'Amleto shakespeariano parla con un teschio.Poi, ricordando il Pasolini della "scomparsa delle lucciole", anche per Fausto Maria Pico c'è un prima e un dopo la scomparsa delle cabine telefoniche pubbliche, e con loro è scomparso pure il marxismo; sarà un caso ma la realtà del divenire ha un proprio ritmo e a volte le cose pensano in nostra vece.Già, e Fausto Maria Pico? Eccolo: <<I nativi tecnologici, ma non solo, mitridatizzati da tanta bellezza se ne stanno incollati su i loro i pad, i phon, tablet et altero futurabilia tanto chegli incazzati corvi d'Orvietosi levan a coorteinsieme anche ai corvi di Orteper beccare sul capotutti i nativi dell'urbe (vetus)così da metterli a morte>>.
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