Dalla Sicilia arriva una bella storia di riscatto, di dimostrazione che un altro Sud è possibile, conciliando l’arte ed il recupero dei piccoli paesi abbandonati a causa della crisi economica dilagante. Il Sud non è solo terra di emigrazione e di povertà, ma è anche luogo di rara bellezza in cui è possibile fornire un’occasione di sviluppo ad un territorio abbandonato, grazie alla competenza e ai sogni di alcune persone. È il caso di Andrea Bartoli, di professione notaio, e di sua moglie avvocato Florinda Saieva che a Favara, un paese di 33 mila abitanti in provincia di Agrigento, a 10 chilometri dalla celeberrima Valle dei Templi, hanno realizzato la “Farm Cultural Park”, primo esempio di parco turistico culturale.
Il progetto dei coniugi Bartoli è iniziato dodici anni fa con l’acquisto di alcune case del centro storico di Favara e, in particolare delle abitazioni che si trovano nel Cortile Bentivegna, meglio conosciuto come i “sette cortili” per via della sua struttura: un grande cortile che fa da corridoio ad altri sei cortili. In passato, queste case erano abitate da famiglie di umili origini: agricoltori e allevatori che con il “boom edilizio” si sono trasferiti nelle nuove aree di Favara. Inevitabilmente, con il trascorrere degli anni, la zona dei sette cortili è stata progressivamente abbandonata e lasciata al degrado più assoluto.
Tutto ciò fino all’arrivo provvidenziale del notaio Andrea Bartoli e della moglie Florinda Saieva che hanno deciso di ristrutturare i ruderi e trasformarli in una galleria d’arte contemporanea, una residenza per artisti provenienti da tutto il mondo, un giardino dove ospitare eventi e feste. Ma c’è di più: Farm Cultural Park è un progetto di riqualificazione di un intero territorio da un punto di vista sociale ed economico, oltre che di un centro storico di pregio, con l’ambizioso intento di e trasformare il centro storico di Favara nella seconda attrazione turistica della Provincia di Agrigento – dopo la Valle dei Templi – ed in una delle prime dieci attrazioni culturali dell’intera Sicilia.
Per la realizzazione di Farm Cultural Park Andrea Bartoli e Florinda Saieva si sono ispirati a tre luoghi specifici:
- il Palais de Tokyo di Parigi, sede della cultura contemporanea ed anche luogo di intrattenimento;
- la place Jemee el fna di Marrakech in Marocco, luogo suggestivo e ricco di intrattenimento e ristoro;
- il mercato di Camden Town, dove comprare oggetti di qualsiasi tipo e mangiare cibo di qualsiasi parte del mondo;
I riscontri più che positivi non sono affatto mancati. Nel 2011, il Farm Cultural Park ha vinto il Premio Cultura di Gestione di Federculture e l’anno seguente è stato invitato alla XXIII° Mostra Internazionale di Architettura di Venezia. Il blog britannico Purple Travel ha collocato il Farm Cultural Park e Favara al sesto posto al mondo come meta turistica dell’arte contemporanea preceduta soltanto da Firenze, Parigi, Bilbao, isole della Grecia e New York.
“L’idea, mia e di mia moglie - ha dichiarato Andrea Bartoli – è stata di utilizzare un mezzo nobile, qual è la cultura e, nel nostro caso l’arte contemporanea, per ridare un’identità a un territorio, per farne parlare, per rimetterlo a posto e per salvare il salvabile”.
L’esperienza di Farm Cultural Park dimostra che anche al Sud è possibile provare a costruire un mondo migliore, inventando nuovi modi di pensare e di vivere, divenendo modello d’eccellenza e fonte di ispirazione per idee virtuose.
Favara risorge con Farm Cultural Park , 9.0 out of 10 based on 1 rating