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Fecondazione assistita, fuga dalla Liguria

Da Fabiobrescia
Repubblica — 13 maggio 2010 pagina 13 sezione: GENOVA
CIRCA la metà delle donne liguri che decidono di ricorrere alla fecondazione in vitro si rivolge a strutture fuori Liguria: c' è anche questo nelle fughe della sanità ligure, ed è un fenomeno che riguarda poco meno di 300 casi all' anno. Il dato è emerso ieri mattina a San Martino dove è stato presentato il bilancio dei primi due mesi di lavoro del nuovo laboratorio di fecondazione assistita. E' una struttura tecnologicamente avanzata su cui, hanno spiegato il direttore generale del San martino Mauro Barabino, il direttore sanitario Gianni Orengo il responsabile del reparto di fisiopatologia della riproduzione, Gianni Venturini, e la dottoressa Paola Anserini. In due mesi nel laboratorio hanno ottenuto 18 gravidanze su 46 prelievi di ovociti: «Una percentuale del 39 per cento che è sopra alla media nazionale». Barabino ha spiegato come uno dei motivi per cui sono stati realizzati gli investimenti sul nuovo laboratorio sia proprio l' impossibilità di far fronte a tutte le richieste, nei centri di San Martino e Galliera che sono gli unici della Liguria: «Abbiamo utilizzato i finanziamenti dell' alta tecnologia. La metà delle donne liguri che fa la fecondazione in vitro va a farla fuori Liguria». A fornire i numeri di questo fenomeno è stata la dottoressa Anserini: «in Liguria le donne in età fertile sono circa 200 mila e si calcola che il 25 per cento faccia ricorso alla fecondazione in vitro. Di queste, nel 2007 a San Martino e al Galliera che sono gli unici centri pubblici della Liguria, ne sono state trattate solo 287: l' altra metà va fuori regione».

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