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Fecondazione assistita, la Corte costituzionale boccia il divieto ma il mondo politico si spacca

Creato il 10 aprile 2014 da Giornalesiracusa

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La legge 40 regolamenta la procreazione medica assistita e fu approvata nel 2004 sotto il governo Berlusconi. Questa prevedeva dei paletti che nel corso degli anni grazie a delle sentenze sono stati eliminati. Le limitazioni all’analisi osservate degli embrioni sono state eliminate nel 2008 tramite sentenza del TAR. Il divieto di produzione di più di tre embrioni e l’ obbligo di contemporaneo impianto di tutti gli embrioni prodotti sono decaduti nel 2009 tramite sentenza della Corte Costituzionale. Ultimo a decadere per mano della Corte, proprio ieri, è stato il divieto alla fecondazione eterologa. Non era infatti possibile in Italia, ricorrere alla fecondazione attraverso la donazione di ovociti e spermatozoi in caso di infertilità. Molte coppie italiane infatti si sono recate negli anni all’estero dove questa pratica è permessa.

Meta gettonata è la Spagna, vi si sono recate circa 4-5 mila coppie italiane, dove con una spesa di 8mila euro si può accedere a tale fecondazione. All’interno del collegio di 15 giudici costituzionali la decisione è stata travagliata e discordante, i sì alla fecondazione eterologa pare siano stati risicati, otto su sette. Altrettanto discordante è la reazione politica che presenta ancora

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molte resistenze.

I cattolici nella voce di “Famiglia Cristiana” gridano alla fecondazione selvaggia e alla follia italiana. Il versante politico cattolico condivide la polemica, Eugenia Roccella, di Ncd, dichiara: «si apre una deriva molto pericolosa: cade il diritto di ogni nato a crescere con i genitori naturali», mentre secondo Paola Binetti, dell’Udc, si consuma un «grave attacco alla famiglia».

Positive le dichiarazioni di Sel e Pd, ma quest’ultimo chiede un aggiornamento normativo complessivo. Il Ministro della Sanità Lorenzin afferma: «La legge è stata svuotata, serve un intervento del Parlamento. In Italia non siamo ancora a attrezzati dal punto di vista normativo». Elenca una serie di nodi ancora da sciogliere: «l’anonimato di coloro che cedono i gameti», «il diritto dei bimbi che nasceranno ad essere informati di chi sono i loro genitori», «il tipo di analisi da fare per chi cede i gameti».

Ovvio è che l’incostituzionalità dichiarata dalla Corte per gli articoli 4, comma 3, 9, commi 1 e 3 e 12, comma1, della Legge 19 febbraio 2004, n. 40 non risolvono le altre questioni collegate alla fecondazione eterologa. Si dovrà intervenire sull’accesso alla fecondazione assistita per coppie fertili ma portatrici di patologie genetiche, alle coppie omosessuali e ai single. Nonostante ciò, il sì alla eterologa è un grosso passo avanti, pochi paesi al mondo la vietano.

 


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