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Fecondazione assistita: un esame potrà prevedere le possibilità di successo

Creato il 02 febbraio 2016 da Conservazionecordoneombelicale @SorgenteSalute

Un team di studiosi olandesi sta mettendo a punto un test che potrà predire le probabilità di successo della fecondazione assistita, esaminando la presenza di una particolare ‘impronta digitale’ genetica nel grembo della futura mamma.

Conservazione cordone ombelicale - GuidaDi: Redazione

Alcuni ricercatori del University Medical Center Utrecht e dell’Academic Medical Centre di Amsterdam stanno creando un esame in grado di prevedere se avrà successo o meno un’operazione di fecondazione in vitro; questo potrebbe portare a meno dolore per le donne sterili e anche notevoli risparmi economici. Gli scienziati hanno infatti scoperto che ripetuti insuccessi delle tecniche di fecondazione in vita sono legati all’espressione anormale di un gene dell’endometrio.

Molte coppie non fertili affrontano numerosi cicli di fecondazione assistita, ma non riescono a fare in modo che l’embrione si impianti. In questo caso si parla di fallimento ricorrente dell’impianto embrionario (Rif), ovvero di mancato attecchimento dopo 3 o più transfer di embrioni di alta qualità.

Nel loro studio, i ricercatori olandesi hanno realizzato delle biopsie endometriali su un campione di 43 donne, che avevano registrato diversi insuccessi nella fecondazione assistita, e hanno paragonato i dati ottenuti da questi esami con i test effettuati da 72 donne che invece erano riuscite a rimanere incinte grazie alla Pma. E’ risultata così la presenza di un’anomalia nell’espressione genetica dell’endometrio nel 100% delle donne che presentavano insuccessi; tale anomalia era invece assente in tutte le donne che sono rimaste incinte.

In pratica, si è scoperto che molte donne che soffrono di fallimenti ricorrenti dell’impianto embrionario sono infertili proprio per quest’anomalia che riguarda il loro utero. Oggi dunque i medici possono dare informazioni e consigli più accurati alle donne infertili, decidendo insieme a loro se ha senso proseguire nei tentativi e se possono portare a un qualche risultato sforzi anche economici investiti nelle terapie di fecondazione assistita. Al contrario, sembra che chi ha effettuato senza successo trattamenti di Pma ma non presenta l’anomalia genetica, può continuare a provare ad avere una gravidanza.

Fonte: ADNKronos


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